L'Ansa ha elaborato i dati Istat e Inps e fornito l'elenco delle qualifiche professionali che attualmente hanno minimi contrattuali orari inferiori ai 9 euro lordi, la soglia indicata per un’equa retribuzione nel provvedimento voluto da Di Maio e ora all'esame della commissione Lavoro del Senato
Da camerieri e cuochi a saldatori e gruisti, da guardie giurate e centralinisti a giardinieri, autisti e magazzinieri: sono alcuni dei 2,9 milioni i lavoratori che sono inquadrati nei livelli più bassi dei contratti nazionali e che, avendo paghe orarie lorde inferiori a 9 euro potrebbero beneficiare dell’aumento previsto dal ddl sul salario minimo, ora all’esame della commissione Lavoro del Senato e che, secondo il vicepremier Luigi Di Maio, dovrebbe diventare legge entro la fine dell’estate.
Stando alle stime presentate dall’Istat in audizione, l’innalzamento dalla paga oraria lorda minima a 9 euro coinvolgerebbe quasi 3 milioni di lavoratori, ovvero circa il 21% dei dipendenti che potrebbero così beneficiare di un aumento medio di 1.073 euro annui. L’Ansa, elaborando sulla base delle ultime rilevazioni dell’istituto di statistica e dell’Inps i livelli retributivi dei principali contratti, ha fornito l’elenco delle qualifiche professionali che attualmente hanno minimi contrattuali orari inferiori appunto ai 9 euro lordi, la soglia indicata ad oggi nel provvedimento per un’equa retribuzione.
In pratica in quasi tutti i principali contratti (ad esclusione di quello del credito) ci sono livelli contrattuali con retribuzioni orarie inferiori a 9 euro. Anche se si dovessero escludere dall’applicazione dei nuovi minimi il contratto per il lavoro domestico e quello dei lavoratori agricoli ci sarebbero comunque molti lavoratori (e tante aziende) interessati alla modifica. Per i pubblici esercizi hanno livelli minimi di retribuzione inferiori a 9 euro l’ora i cuochi “capo partita”, i camerieri di ristorante, i barman, pizzaioli e gelatieri (sono al quarto livello con 8,77 euro) ma soprattutto personale di pulizia e fatica addetto alla sala o alla cucina (settimo livello, 7,28 euro) o le guardie giurate (quinto livello, 8,21 euro).
Nel contratto dei metalmeccanici con Federmeccanica sono al di sotto dei 9 euro i dipendenti inquadrati al primo e secondo livello (tra questi ultimi anche saldatori e gruisti con i minimi a 8,36 euro) mentre nel contratto del commercio sono al di sotto del limite i dipendenti iscritti al quinto, sesto e settimo livello quindi dagli archivisti protocollisti, agli addetti al controllo delle vendite e ai magazzinieri (8,99 euro) fino alle persone che si occupano di pulizie (7,64).
Per il contratto del turismo con Federalberghi hanno retribuzioni minime orarie inferiori a 9 euro le persone dal quarto al settimo livello. In pratica cuochi, barman e capo giardinieri incardinati al quarto livello e dipendenti di grandi e medi alberghi e villaggi turistici possono avere minimi a 8,97 euro mentre centralinisti, autisti e cameriere ai piani degli alberghi hanno minimi a 8,41 euro. All’ultimo livello è il personale di fatica con 7,48 euro di minimo orario. Per il lavoro domestico (accordo firmato al ministero del Lavoro il 16 gennaio 2019) i minimi sono per tutti i livelli inferiori a 9 euro con un minimo per le colf con meno di 12 anni di esperienza non conviventi a 4,62 euro l’ora.
Tuttavia, una delle novità emerse dal tavolo tecnico convocato lunedì al ministero del Lavoro a Roma tra governo e sindacati è stata proprio l’esclusione del lavoro domestico dall’applicazione del salario minimo. L’annuncio più sostanziale ha riguardato invece la rassicurazione per cui il provvedimento valorizzerà il riferimento alla contrattazione collettiva estendendo a tutti i minimi tabellari del contratto del settore nel quale si lavora. Minimi tabellari che appunto non dovranno essere inferiori ai 9 euro lordi l’ora.