Gli appalti dell’Amsa, l’azienda dei rifiuti milanese, e il Piano di governo del territorio della Regione Lombardia. Erano i terreni di caccia di molti dei politici, amministratori pubblici e imprenditori finiti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che questa mattina ha coinvolto 95 persone tra Lombardia e Piemonte: 43 le ordinanze di custodia cautelare eseguite all’alba dai carabinieri di Monza e dalla Guardia di Finanza di Varese, di cui 12 in carcere, 16 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma. Le accuse: associazione a delinquere aggravata dall’aver favorito una cosca mafiosa, abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti e corruzione per spartirsi e aggiudicarsi appalti pubblici. Il tutto grazie a quella che i magistrati definiscono una “altissima capacità di influire sui vertici di diverse partecipate pubbliche” e al “senso di impunità derivante dalla possibilità di controllare direttamente vari settori delle istituzioni“.

Tra gli arrestati ci sono il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee nella circoscrizione di Nord-Ovest ora in carcere (secondo i pm era a “libro paga” di un imprenditore) e il sottosegretario forzista all’area Expo della Regione Lombardia Fabio Altitonanteai domiciliari. Ma c’è anche l’ex coordinatore provinciale di FI a Varese, Gioacchino Caianiello, già condannato in via definitiva nel 2017 per concussione e ora accusato di “istigazione alla corruzione” nei confronti del presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana.

La posizione di Attilio Fontana – Il governatore è parte offesa e non risulta indagato: nei giorni scorsi è stato ascoltato dai pm milanesi per chiarire il tentativo di corruzione da lui subito. “Non dico nulla, ho letto che io sono parte offesa. Quindi per rispetto della magistratura le cose che dovrò dire le dirò a loro”, ha commentato. Dalle indagini è emerso come nel marzo 2018 Caianiello avrebbe proposto assieme al direttore generale dell’ente Afol Metropolitana, Giuseppe Zingale, a Fontana di mettere quest’ultimo, suo uomo di fiducia, a capo del settore Formazione della Regione in cambio di consulenze da affidare al socio dello studio legale di Fontana, il consigliere regionale uscente Luca Marsico, che sarebbe così stato risarcito per la mancata rielezione. Un’ipotesi di scambio, contestata dai pm, in cui il governatore lombardo figura come parte offesa perché, pur senza denunciare la proposta, avrebbe spiegato a Caianiello di voler esplorare altre possibilità rispetto al futuro di Marsico. “A riguardo il procuratore Francesco Greco ha spiegato in conferenza stampa: “Stiamo verificando la sua posizione, sarà sentito prossimamente”. Alla domanda “ma il governatore non aveva il dovere di denunciare come pubblico ufficiale?” il pm ha replicato: “Potrebbe essere in caso di episodio occasionale, ma dati i rapporti di lunga data con Caianiello potrebbe non aver percepito l’illiceità del comportamento“.

Chiesta autorizzazione all’arresto per il deputato Diego Sozzani – La Procura ha chiesto poi alla Camera l’autorizzazione all’arresto ai domiciliari del deputato forzista Diego Sozzani per finanziamento illecito. “Non appena avrò letto le carte, parlerò con la mia capogruppo alla Camera e poi con il coordinatore regionale e mi sospenderò da ogni incarico – si legge in una nota del parlamentare di Novara – Non solo, ma se scoprissi che ci fosse anche solo un’ombra, mi dimetterò immediatamente da deputato”.

Turbativa d’asta e corruzione sono invece i reati ipotizzati a carico del responsabile operativo dell’Amsa, la municipalizzata che gestisce i rifiuti di Milano, Mauro De Cillis. In totale sono 95 le persone coinvolte nell’inchiesta coordinata dal Procuratore aggiunto e responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Milano Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno.

D’Alfonso pagava Tatarella con consulenze, viaggi e auto – Due i filoni principali di questa inchiesta che ha scoperchiato un sistema consolidato di comportamenti ritenuti illeciti nella pubblica amministrazione della Regione Lombardia amministrata dalla maggioranza di centrodestra Lega-Forza Italia. Il primo riguarda gli appalti dell’Amsa e di parecchie partecipate pubbliche. Un altro, quello varesino e che ha come personaggio principale l’ex coordinatore provinciale Gioacchino Caianiello, riguarda invece il Piano di governo del territorio e le sue varianti. Il sistema aveva come punti di riferimento di volta in volta tre personaggi. Caianiello, Pietro Tatarella e l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D’Alfonso della Ecol-Service srl, l’unico al quale è stata contestata anche l’aggravante di aver agevolato il clan di ‘ndrangheta dei Molluso di Buccinasco, facendone lavorare uomini e mezzi negli appalti presi pagando appunto tangenti.

Ed è proprio D’Alfonso che, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, attraverso fittizie consulenze e altre utilità, avrebbe remunerato stabilmente Tatarella con consulenze fittizie da 5mila euro al mese“oltre all’erogazione di una serie di utilità quali pagamenti di biglietti aerei, di viaggi di piacere, l’uso di una serie di autovetture, la disponibilità di una carta di credito American Express abilitata al prelievo di contante”, come si legge nell’ordinanza del Gip. In cambio il forzista l’avrebbe favorito negli appalti dell’Amsa, in particolare, e l’avrebbe introdotto in altri appalti a Varese e a Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani. I due si incontravano “Da Berti”, il ristorante milanese vicino agli uffici della Regione Lombardia già venuto a galla in molte indagini milanesi, e che ora nel linguaggio degli indagati è diventato “la mensa dei poveri”, definizione che ha dato il nome all’indagine della Dda.

Tatarella puntava alla rigenerazione dell’area Expo – Tatarella puntava anche al bersaglio grosso: “Dove c’era l’Expo infatti stiamo cercando di capire se riusciamo ad entrarci un po’ pure noi”, parlava il forzista intercettato. Per il Gip, poi, c’è “un’ombra quanto mai allarmante sulle modalità con le quali” Fabio Altitonante “potrà gestire la delicatissima delega alla ‘Rigenerazione e sviluppo dell’Area ex Expò”.

“Finanziamento illecito a Fratelli d’Italia” – D’Alfonso risulta anche essersi “attivato in prima persona rendendosi disponibile verso l’imprenditore Andrea Grossi nelle operazioni di finanziamento illecito del partito Fratelli d’Italia“. Ma, scrive il Gip Raffaella Mascarino, “l’attività di “semina” di D’Alfonso non si limita all’area milanese (dove attraverso il finanziamento illecito di 25.000 euro si è assicurato i favori, per sé o per altri, di Altitonante Fabio) e alla Regione Piemonte (di cui era consigliere Sozzani Diego poi divenuto membro della Camera dei Deputati, – ma con un profondo radicamento in buona parte delle province piemontesi, – attraverso il finanziamento illecito a sostegno della sua campagna elettorale pari a 10.000 euro) ma, grazie alla preziosa collaborazione di Caianiello Gioacchino, rinforza i propri contatti politici nella ricca provincia di Varese”.

I tentacoli di Caianiello sulla provincia di Varese – Ma i tentacoli di Caianiello si allungavano anche in provincia: riguardo alla nomina “pilotata” di Davide Borsani come dirigente della società a totale partecipazione pubblica Alfa di Varese il coordinatore forzista “confessa – scrive il Gip – che la stessa è frutto di un accordo politico preventivo, di cui asserisce di aver reso edotto anche il coordinatore provinciale della Lega Matteo Bianchi“.

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