Come da attesa, Google ha presentato ufficialmente la versione definitiva di Android Q, il prossimo sistema operativo per smartphone. Arriverà ad estate inoltrata e soddisfa tutte le aspettative. Gli utenti potranno controllare in maniera approfondita le applicazioni che monitorano la posizione e decidere di limitare l’attività in background (tutto quello che avviene senza che l’utente ne veda traccia). Chi usa la condivisione dei file potrà beneficiare di scooped storage, che peraltro consentirà un maggiore controllo dei permessi concessi alle applicazioni per l’accesso ai file della memoria esterna.

Grazie alla funzione Sharing Shortcuts, Android Q consentirà di passare direttamente da un’app all’altra per condividere più velocemente i contenuti, ad esempio sui social. Google ha reso inoltre più difficile l’accesso ai parametri identificativi degli smartphone, come codice IMEI o numero seriale.  Risponde all’appello pure il tema oscuro (conosciuto anche come Dark Mode): l’utente può personalizzare questa modalità di visualizzazione (che fa risparmiare energia quindi aumenta l’autonomia) decidendo di tenerla sempre attiva o di attivarla solo in determinate fasce orarie.

Interessante il supporto nativo agli smartphone pieghevoli. Benché al momento siano poco presenti sul mercato, Google vuole farsi trovare pronta nella gestione delle applicazioni su schermi da 4,6 pollici che si estendono a 7,3 pollici, o schermi da 6,6 pollici che diventano da 8 pollici.

Infine, Android Q supporterà finalmente i codec video open source AV1 capaci di offrire una migliore qualità dello streaming, diminuendo al contempo l’utilizzo di banda. Con una connessione lenta si riuscirà a vedere comunque contenuti di qualità. Una novità interessante alla luce della sempre maggiore diffusione di servizi di streaming come Netflix, Prime Video e Google Play Film.

Android Q, ricerche in 3D, la traduzione con Lens e tutte le novità della conferenza Google I/O

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