Armando Siri è fuori dal governo. Il premier Giuseppe Conte gli ha revocato l’incarico dopo un consiglio dei ministri durato due ore e mezza. L’ormai ex sottosegretario della Lega è indagato per corruzione da parte della procura di Roma. Nessuna conta al tavolo di Palazzo Chigi. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Consiglio dei ministri, dopo una lunga discussione. “Ci sarà un decreto per la revoca di Armando Siri. Al presidente della Repubblica arriverà lo schema di decreto per la revoca. Abbiamo anche acquisito il parere del Cdm che ha ribadito la fiducia nel mio operato e ha preso atto di questa nostra iniziativa. Dopo una discussione franca e non banale, c’è stata piena fiducia sul mio operato e il governo ha preso la decisione più giusta. Andiamo avanti con la fiducia dei cittadini, consapevoli che senza questo fattore non potremmo mai sentirci il governo del cambiamento”, ha spiegato il premier alla fine della riunione del governo.
Conte al Cdm: “Ho la fiducia di tutti?” – Durante la discussione le due parti sono rimaste sulle loro posizioni. Da una parte il premier nei panni del pubblico ministero, sostenuto dagli esponenti del Movimento 5 stelle. Dall’altra la ministra della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, a rappresentare la Lega nella difesa di Siri. Anche i due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sono intervenuti durante la discussione. Conte ha esposto la sua proposta di revoca e alla fine ha chiesto: “Ho la piena fiducia di tutti? Questo è un passaggio di alta valenza politica e sia chiaro che ci deve essere la piena condivisione del metodo e anche della soluzione che oggi porto”. Il presidente del consiglio ha fatto presente ai suoi ministri che “altri casi simili si possono presentare anche in futuro e io rivendico il metodo adottato oggi anche per il futuro, rivendico di poter discernere – senza alcun condizionamento e senza alcun automatismo né favorevole né contrario – caso per caso. Se perdiamo al fiducia dei cittadini non potremmo più averli al nostro fianco e non potremo agire come governo del cambiamento”. Alla fine tutti i ministri – anche quelli della Lega – hanno ribadito la loro”fiducia” al presidente del consiglio.
Di Maio: “Dal governo segnale di discontinuità” – Subito dopo la fine della riunione del governo, Luigi Di Maio ha convocato una conferenza stampa. “Grazie a quello che abbiamo proposto come M5s il Consiglio dei ministri ha deciso di avviare la procedura di revoca dell’incarico di sottosegretario a Siri, perché quando si parla di inchiesta di corruzione e mafia la politica deve agire prima della giustizia. Per me è un grande orgoglio di fare parte di questo governo e della decisione presa da tutti quanti insieme”, ha detto il leader del M5s. “In una giornata come quella di oggi in cui l’Italia è scossa da inchieste su temi che riguardano la cosa pubblica, per me è altrettanto importante che il governo oggi abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato”, ha aggiunto il vicepremier. Che ha sottolineato: “Non è una vittoria del M5s, non sono qui per esultare, è una vittoria degli italiani onesti, in un Paese che ha la corruzione più alta d’Europa. La legge sulla corruzione sta dando i suoi risultati ma la responsabilità politica è delle singole forze”.
Lega: “Fiducia in Conte” – Di Maio ha anche detto “che bisogna convocare subito un vertice di governo su salario minimo e flat tax, e chi le propone porta anche le coperture. Il mio obiettivo è non aumentare Iva e abbassare le tasse agli italiani. Lotta all’evasione seria e spending review sono i due obiettivi che ci dovremo dare”. Una risposta a fonti della Lega. Dal Carroccio hanno definito quella del Cdm come una “discussione civile e pacata” e alla fine hanno ribadito “fiducia nel premier ma convinta difesa del sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria come tutti i 60 milioni di Italiani”. Poi dal Carroccio aggiungono: “Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: flat tax per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi No e i rinvii”.
Salvini: “Raggi indagata da anni ed è al suo posto” – Dopo le dichiarazioni di Conte e Di Maio, però, fonti della Lega specificano anche altro. “In Cdm delibera del presidente per revoca Siri ma nessun voto. La Lega ha espresso contrarietà alla decisione e prende atto della facoltà del presidente del consiglio di chiedere la revoca del sottosegretario. La Lega difende un principio: non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. È un principio di civiltà giuridica che vale per tutti. Lega e 5 stelle”, dicono da ambienti leghisti. Che ripetono: “L’apertura di un’inchiesta non può coincidere con la chiusura o la condanna. Siamo dell’opinione che chi ha incarichi istituzionali deve pagare il doppio se colpevole, ma contrari al principio di colpevolezza senza processo”. Quindi è stato direttamente Salvini a parlare in conferenza stampa. “Prendo atto del fatto che la Raggi è indagata da anni ed è al suo posto. I nostri candidati sono specchiati. Se ci sono colpe di serie A e colpe di serie B, presunti colpevoli di serie A e di serie B…. a casa mia se uno vale uno, inchiesta vale inchiesta”, ha detto il ministro dell’Interno. I processi si fanno tribunale, credo nell’Italia e negli italiani, credo in un’Italia di 60 milioni di presunti innocenti. Se qualcuno ritiene che in Italia ci sono 60 milioni di colpevoli che devono dimostrare loro la loro innocenza, stiamo tornando indietro. Ma nessunomi fa cambiare idea sul fatto che l’Italia abbia bisogno di un governo”, ha aggiunto Salvini. Che sull’inchiesta sulle tangenti a Milano ha detto: “Noi abbiamo nessun problema, la questione morale riguarda altri. Mi dispiace che qualcuno si stia sporcando la bocca su Attilio Fontana”. Fontana è indagato per abuso d’ufficio.