Si sono chiuse con l’accusa di riorganizzazione del disciolto partito fascista e manifestazione fascista le indagini della Procura di Bari sui 28 militanti di Casapound che, a settembre, aggredirono nel capoluogo pugliese quattro manifestanti che tornavano da un corteo antifascista organizzato dopo la visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Nella serata del 21 settembre, le vittime stavano tornando a casa dalla manifestazione “Mai con Salvini” quando, nel quartiere Libertà, nelle vicinanze della sede di Casapound, che si trova in via Eritrea, sono stati aggrediti dai militanti della tartaruga frecciata con cinghie, mazze e tirapugni davanti a dei bambini.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, un primo gruppo di manifestanti, dopo il corteo, è passato davanti alla sede del movimento di estrema destra urlando “fascisti di merda“. Il pestaggio è nato da questa provocazione, ma i militanti di estrema destra hanno reagito attaccando un secondo gruppo di manifestanti, tra cui i quattro vittime delle violenze.
L’aggressione che si è consumata alla fine della manifestazione, quando il corteo si stava snodando, è stata ripresa dalle telecamere di video sorveglianza. Il gip scrive che proprio da queste immagini emerge come l’azione violenta sia stata unilaterale e commessa da parte di un gruppo di uomini provenienti dalla sede di Casapound. I magistrati avevano poi aggiunto che l’azione dei militanti in nero era premeditata. A confermarlo è la massiccia presenza di membri di Casapound che quella sera era presente nelle sede di Bari, “una sorta di chiamata a raccolta da parte dei militanti pugliesi, i quali hanno presidiato la loro sede barese, pronti a cercare occasioni di scontro e ad aggredire i loro avversari politici ricorrendo alla violenza organizzata e di gruppo e senza disdegnare l’impiego di armi, con metodologie evocative dello squadrismo e, quindi, nel più classico dei cliché propri delle ideologie di matrice neofascista, cui sembrano effettivamente ispirarsi”, scrivono.
Durante le perquisizioni nella sede e nelle abitazioni di alcuni militanti, gli investigatori hanno trovato materiale chiaramente riconducibile a ideologie di matrice nazi-fascista: un busto di Benito Mussolini, una bandiera con un fascio littorio giallo su sfondo nero e una bandiera raffigurante l’effige della “X Flottiglia MAS”. Oltre a libri e oggettistica varia riguardante il periodo nazi-fascista. Ma anche testi come Hitler e il terzo millennio, Nazismo, Se non ci conoscete – racconti squadristi, Morire col sole in faccia, La dottrina del fascismo.
Per questo, a metà dicembre il gip Marco Galesi ha disposto il sequestro preventivo della sede barese di Casapound.