Nel 2017, più di tre milioni di bambini sono morti perché non avevano accesso a vaccini e farmaci di base. È questa la misura del costo, spesso insostenibile, delle cure mediche. Al mondo, sono circa due miliardi le persone che non possono permettersi neanche quelle essenziali. Una disuguaglianza che colpisce soprattutto i paesi più poveri, ma che impatta anche in Italia, dove il costo dei farmaci rappresenta il 20% della spesa sanitaria nazionale.

L’allarme è stato lanciato da Oxfam e Action global health advocacy partnership alla vigilia del forum organizzato per domani 9 maggio a Roma. All’evento, il Governo ed altri enti nazionali e internazionali discuteranno nuove strategie per ridurre le disuguaglianze nell’accesso dei farmaci a livello globale. Alla tavola rotonda saranno presenti il Ministro della Sanità Giulia Grillo, il Direttore Generale del dipartimento per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri Giorgio Marrapodi, il Direttore Generale di AIFA Luca Li Bassi e la responsabile delle relazioni esterne del Fondo Globale per la lotta a HIV, tubercolosi e malaria, Françoise Vanni.

Un insostenibile costo sociale
La quasi scontata possibilità di accesso alle cure, ai farmaci e ai vaccini che si respira nei paesi occidentali è, in molte parti del mondo, negata. Secondo le stime della Banca mondiale, 800 milioni di persone spendono ogni anni almeno il 10% del bilancio familiare per spese sanitarie. Per circa 100 milioni di persone, queste spese sono così elevate da metterle in condizioni di povertà estrema. Una difficoltà che non si riflette solo sul bilancio dei singoli, ma anche su quello dei sistemi sanitari nazionali. In modo insostenibile per molti paesi sottosviluppati o in via di sviluppo. In Sud Africa, ad esempio, ogni anno tremila donne muoiono per il cancro al seno, perché il costo del trattamento è troppo alto per lo Stato.

Il caso italiano e il problema dell’Epatite C
I problemi legati al costo delle medicine si fanno comunque sentire anche nei paesi ad alto reddito come l’Italia, dove incidono per un quinto sulla spesa sanitaria nazionale. I farmaci, per cui nel 2017 si sono spesi quasi 30 miliardi di euro, sono coperte per il 75% dal SSN, ma i fenomeni di povertà sanitaria sono in aumento e l’accesso alle cure è talvolta problematico. È il caso, ad esempio, dell’Epatite C. A fronte del di 1 milione 600 mila casi cronici riscontrati nel 2016 nel nostro Paese, ad inizio 2017 solo 70 mila casi erano stati trattati con i farmaci più efficaci introdotti nel 2013. Una situazione che ha costretto l’Italia a contrattare il prezzo dei farmaci con le aziende produttrici, per raggiungere un costo sostenibile per la casse pubbliche. Un caso “risolto”, ma che si sta ripetendo e potrebbe ripetersi con altri farmaci essenziali in Italia e in altri paesi europei. Ad oggi, inoltre, il “costo” effettivo per lo Stato di quasi il 60% dei farmaci ospedalieri è “secretato” a causa delle clausole di riservatezza stipulate con le imprese farmaceutiche.

Soluzione? Maggiore trasparenza nei prezzi
Le proposte di Oxfam e Action puntano proprio sulla necessità di arrivare ad una maggiore trasparenza nella definizione dei prezzi dei farmaci. L’evento del 9 maggio a Roma arriva appena prima dell’assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità, prevista tra il 20 e il 29 maggio, per migliorare l’accesso globale alle cure. La proposta italiana parte dalla definizione di regole di trasparenza che consentano agli Stati e ai cittadini di raccogliere e analizzare i dati sui risultati degli studi clinici, sui brevetti, sui prezzi dei farmaci, i ricavi, costi, sussidi e investimenti in ricerca e sviluppo, anche del settore pubblico. “Riconosciamo il coraggio e l’impegno del Ministero della Salute italiano e di AIFA e li incoraggiamo a proseguire nello sforzo di trovare un consenso tra gli stati che compongono l’OMS – ha detto Sara Albiani, policy advisor di Oxfam Italia sulla salute globale – Se non si riuscisse a raggiungerlo, è però essenziale che il Governo italiano continui a battersi per il principio di accesso universale alle cure e ai farmaci per tutti in tutto il mondo, anche in occasione dei numerosi eventi che nel 2019, avranno un’importante agenda di salute globale, come il G7 in Francia e il G20 in Giappone”.

La battaglia contro aids, tubercolosi e malaria
Permettere ai paesi di accedere a farmaci a prezzi accessibili e altri prodotti sanitari è una componente fondamentale anche nella lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria. Quasi la metà degli investimenti del Fondo globale nei programmi sanitari viene utilizzata su questo. A febbraio, Il Fondo globale ha annunciato la necessità di un finanziamento minimo di 14 miliardi di dollari per i prossimi tre anni, necessari a salvare 16 milioni di vite entro il 2023, a dimezzare il tasso di mortalità dovuto a HIV, tubercolosi e malaria, e rafforzare i sistemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo. L’obiettivo di rifinanziamento, a cui i Paesi donatori dovranno rispondere ad ottobre 2019, giunge proprio nel momento in cui la mancanza di fondi e l’aumento della resistenza a insetticidi e farmaci, hanno rallentato i progressi e causato un riacutizzarsi delle epidemie. “Chiediamo all’Italia – ha dichiarato Francesca Belli, project director in Italia, di Action – di mantenere l’impegno nella lotta contro queste malattie, aumentando gli stanziamenti verso il Fondo Globale. Solo così si potranno salvare milioni di vite”.

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