Secondo la Procura di Sciacca, la testimone di giustizia ha presentato false attestazioni per potersi candidare alle elezioni politiche del 2018. Ha utilizzato infatti un nome "congelato" per effetto della sua condizione di testimone sotto protezione
Il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione delle indagini su Piera Aiello, testimone di giustizia e deputata del M5s, indagata per falso in atto pubblico dalla Procura di Sciacca. Secondo la pm Roberta Buzzolani, la parlamentare, che vive sotto protezione testimoni e ha mostrato in pubblico il suo volto solo un anno fa, ha presentato false attestazioni per potersi candidare alle elezioni politiche del 2018. Alla deputata viene contestato di aver utilizzato il suo vero nome, che non esiste da più da 27 anni, cioè appunto da quando è sotto protezione. Un nome quindi “congelato”, che lei non avrebbe potuto utilizzare per candidarsi, dato il suo status di testimone di giustizia.
Piera Aiello era sposata con il figlio del boss Vito Atria, ucciso il 24 giugno 1991. A quel tempo, la donna decise di denunciare i due assassini del marito e iniziò così a collaborare, insieme alla cognata Rita Atria, con la magistratura. Le indagini per falso erano partite dopo una segnalazione della Prefettura di Trapani, da lì la Procura di Sciacca aveva avviato una serie di accertamenti. Gli investigatori, quando si sono recati all’Ufficio anagrafe del suo comune di origine a Partanna, in provincia di Trapani, hanno scoperto che non solo non era mai stata cancellata dalle liste del comune ma che era ancora residente a casa del padre.
La parlamentare pentastellata, accompagnata dal suo legale, è stata interrogata dai magistrati e avrebbe ripercorso tutta la trafila burocratica per potersi candidare con il M5s. “Posso dimostrare, con documenti alla mano, che ero candidabile. Sono serena e fiduciosa che tutto finirà in una bolla di sapone”, ha dichiarato la candidata. “È una vicenda squisitamente politica, la mia candidatura ha tarpato le ali a qualche avversaria, che si è arrampicata sugli specchi per segnalare agli inquirenti irregolarità, che sono inesistenti. Mi sono candidata con il beneplacito degli organismi competenti, che, naturalmente, hanno vagliato la situazione”. Aiello è stata iscritta nel registro degli indagati dopo le elezioni insieme a un dipendente del Comune di Partanna, oggi in pensione.