By the way if anyone here is in advertising or marketing… kill yourself. It’s just a little thought; I’m just trying to plant seeds.
Maybe one day they’ll take root – I don’t know. You try, you do what you can.
E’ l’inizio di uno sketch meraviglioso, esilarante, una delle pagine più comiche di Bill Hicks, in cui invitava chi lavora nel marketing a suicidarsi. Non scherzava, diceva sul serio: li invitava a uccidersi. Lui spargeva i semi, magari un giorno questo messaggio avrebbe preso piede.
Beh purtroppo non è così e ahimè oggi molte persone lavorano nel marketing; molti di loro fanno marketing inconsapevole, cioè parlano male di una cosa e ne fanno una gran pubblicità. Non sempre è così ma capita quando l’autore del messaggio non gode di una grande credibilità.
E così uno stand che a stento avrebbe raccolto quattro visitatori si è trasformato nell’installazione clou del Salone del Libro di Torino 2019, grazie alla stampa sedicente ‘liberal’ e intellettuali pseudo anti-fascisti che gridano al razzismo e fascismo ad ogni piè sospinto.
I veri pubblicitari di quest’operazione “nostalgia” sono proprio loro, vedono in crisi la propria egemonia culturale, ormai sorpassata perché incapace di leggere ed interpretare i tempi e i problemi reali del Paese; e abbaiano, nella speranza che ancora qualcuno abbocchi.
Se volessimo analizzarlo dal punto di vista culturale si potrebbe dire che in Italia i lettori di libri continuano a calare. Stando all’ultimo report di Istat, solo il 41% della popolazione ha letto almeno un libro in un anno e appena un terzo legge i giornali, fatte le dovute proporzioni non c’è nessun pericolo di best seller “fascisti”.
Intanto, corruzione, mafia, agguati di camorra, dati sull’economia preoccupanti, sciatteria, incompetenza e pressapochismo dilagano incontrastati ma opposizione e stampa sono impegnati sul grande pericolo della democrazia: i fascisti (quattro gatti da sketch di Guzzanti) al Salone del libro, di cui si dimenticheranno appena terminato l’evento per intraprendere un’altra durissima lotta sui social ma solo fino all’ora dell’aperitivo. Alè Italia!