Seicento jeep per tre giorni nel cuore delle Dolomiti, a rombare sotto le Pale di San Martino, scorrazzando sui prati e nei boschi di un lembo incantevole del Trentino. Sembra una provocazione, visto che proprio nel 2019 ricorre il decimo anniversario della elezione di queste montagne a patrimonio universale dell’Unesco. Ma non lo è. Il Camp Jeep 2019, organizzato da Fca, che richiamerà qualche migliaio di persone da tutta Europa con i loro potenti fuoristrada, si terrà dal 12 al 14 luglio a San Martino di Castrozza, ai margini del Parco di Paneveggio e della sua foresta. L’annuncio sta suscitando polemiche che riguardano anche la giunta provinciale trentina del leghista Maurizio Fugatti.
Intervistato da L’Adige, il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina, responsabile anche di urbanistica e tutela ambientale, ha dichiarato: “Del raduno di fuoristrada in Primiero non sapevamo nulla. Tanto io quanto il presidente lo abbiamo appreso dalla stampa. Di sicuro ne discuteremo. È il caso di non dimenticare mai come l’ambiente nel quale abbiamo la fortuna di vivere sia tanto bello quanto fragile”. Possibile che la Provincia non fosse informata? “Trattandosi di un’area protetta, gli enti locali sono liberi di agire in autonomia, certo, ma non è escluso che vengano prese decisioni in merito”.
La giunta si è riunita il 3 maggio, ha discusso e non ha deciso. Il presidente Fugatti ha poi spiegato: “Se l’evento rispetta i limiti di legge e non rientra nel territorio del Parco, la Giunta non può opporsi, anche perché rispetta l’autonomia di sindaci e territori. Di certo c’è un problema di opportunità, visto che il Trentino è conosciuto ovunque per il rispetto dell’ambiente”.
Mountain Wilderness, per bocca del presidente onorario Luigi Casanova, aveva però accusato la giunta trentina: “Il mondo politico, il Comune di Primiero e la Provincia, in particolare gli assessori Roberto Failoni e Giulia Zanotelli non potevano non sapere. La Provincia dice che non ne sapeva nulla, non prendiamoci in giro, lo sapevo io da un mese, era sulla bocca di tutti”. Mountain Wilderness punta il dito sull’aspetto cruciale: “È in gioco la gestione politica di Dolomiti Unesco, gli operatori economici del turismo, dalle Apt a Trentino Marketing, hanno perso ogni equilibrio e senso del limite e stanno snaturando i valori più intimi della montagna”.
Basta leggere la locandina di Camp Jeep 2019 per capire che l’impatto sarà inevitabile. Sono previsti test di guida con fuoristrada di tutti i tipi, lungo strade di montagna e sterrati. Insomma, nell’area sciistica di Malga Ces verrà creato un vero villaggio per gli appassionati del fuoristrada, con annessi spettacoli e concerti.
A non gradire sono anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle: “Assistiamo attoniti all’annuncio dell’arrivo di 600 fuoristrada che trasformeranno boschi e montagne in un circuito privato per sfogare pulsioni di cui altrove ci si vergogna”. Il consigliere provinciale Filippo Degasperi ricorda come la farfalla fosse l’emblema del rispetto ambientale in Trentino. “Abbandonata la faticosa azione di valorizzazione, il modello della giunta leghista riesuma il banalissimo sistema di sfruttamento e consumo delle risorse ambientali come l’ultimo dei paesi sottosviluppati”.
Il presidente di Apt, Antonio Stompanato, ha difeso con pubbliche interviste la scelta. “Noi abbiamo detto no ai passaggi in Val Venegia, in Val Canali e tutte le zone comprese nei confini del Parco. Fatto questo, ritengo che, nell’equilibrio delle cose, certi eventi si possano promuovere. Si deve trovare una mediazione per accontentare non solo gli ambientalisti, ma il comparto turistico in sofferenza, che è ancora il traino dell’economia primierotta. Certe occasioni non passano più. Questa è un’opportunità che non capita tutti i giorni, lasciatecela fare in pace, senza battaglie”.
Siamo al solito dilemma tra rispetto della montagna e sopravvivenza economica, visto che si calcola un indotto di 400-500mila euro. Controcorrente si muove Daniele Gubert, presidente di Green Way Primiero, che fa parte del comitato esecutivo Apt. “La nostra montagna, il nostro spazio vitale viene ridotto a fondale ad uso e consumo del successo altrui. Ma davvero abbiamo identità, tessuti sociali, contesti ambientali, prodotti turistici così deboli da dover ricorrere a tutti i costi alla luce riflessa, al richiamo mediatico di qualcuno (testimonal) o qualcosa (brand) di alieno per essere riconosciuti?”.