Gioacchino Caianiello è il personaggio chiave dell’inchiesta che ha decapitato Forza Italia tra Milano e la provincia di Varese. Nelle carte viene descritto come il dominus di un sistema costruito per influenzare la politica e dirigere le scelte di aziende del settore pubblico. A suo carico ci sono accuse pensanti suffragate da un consistente impianto probatorio. Ieri per lui e per alcuni dei suoi amici si sono aperte le porte del carcere, ma non sono i primi guai giudiziari che lo riguardano. Nel 2012, per una vicenda legata al cambio di destinazione d’uso di un terreno a Gallarate, era arrivata la condanna a cinque anni in primo grado per estorsione. Un anno dopo, in appello, è stato condannato a tre anni, con la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e capo d’accusa riformulato: concussione. La condanna, dopo un primo rimpallo, è stata confermata anche in terzo grado dalla Cassazione (alla fine del 2017). Al personaggio non sono però mai mancati i messaggi di sostegno e la vicinanza di amici e alleati. Risale al giugno del 2016 un lungo video intitolato “Dicono di Lui” da Nino – Ieri, Oggi e Domani pubblicato sulla pagina facebook dell’associazione Agorà – liberi e forti – Varese. Nelle immagini compaiono molte delle persone coinvolte dall’inchiesta o anche semplicemente citate nelle carte. C’è l’avvocato ed ex consigliere regionale Luca Marsico, oggetto del tentativo di corruzione del governatore della Lombardia Attilio Fontana. C’è lo stesso Fontana (indagato per abuso d’ufficio proprio per una nomina in favore del suo socio di studio). Ci sono l’europarlamentare Lara Comi (da sempre sotto l’ala protettrice di Caianiello), l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, che in provincia di Varese rappresenta l’anima ciellina di Forza Italia (quindi contrapposta a quella laica di Caianiello). C’è Loris Zaffra, vecchio leone socialista che ha subito delle condanne ai tempi di Mani pulite e c’è il consigliere comunale azzurro Pietro Tatarella, arrestato assieme a Caianiello nell’ambito del ramo milanese dell’inchiesta.