Paletti più stretti, maggiori controlli, ma per il momento nessuna chiusura. È quanto emerge dalla lettura della direttiva emanata dal Viminale per quanto riguarda i cosiddetti canapa shop. Nella fattispecie, il provvedimento del dicastero retto da Matteo Salvini sottolinea come “dovrà essere innanzitutto disposta una puntuale ricognizione di tutti gli esercizi e le rivendite presenti sul territorio, in condivisione con le Amministrazioni comunali ed attraverso il concorso dei rispettivi Comandi di Polizia locale e degli Sportelli deputati al rilascio delle necessarie autorizzazioni amministrative“. Nei controlli, si legge ancora nella direttiva del ministero degli Interni, “una cura particolare dovrà riguardare la verifica del possesso delle certificazioni su igiene, agibilità, impiantistica, urbanistica e sicurezza, richieste dalla legge per poter operare”. Novità importante, invece, per quanto riguarda la localizzazione degli esercizi commerciali, “con riferimento alla presenza nelle vicinanze di luoghi sensibili quanto al rischio di consumo delle sostanze, come le scuole, gli ospedali, i centri sportivi, i parchi giochi, e, più in generale, i luoghi affollati e di maggiore aggregazione, soprattutto giovanile“.
Per quanto riguarda i controlli, i risultati delle ispezioni dovranno poi essere sottoposti alle valutazioni del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, “al fine di declinare un programma straordinario di prevenzione di eventuali comportamenti vietati da parte degli operatori commerciali – si legge nel documento – specialmente se diretti verso la categoria più vulnerabile degli adolescenti. In tal senso, le SS.LL. dovranno in primis ricomprendere le aree interessate tra quelle da sottoporre ad attenzione all’interno dei Piani di controllo coordinato del territorio, definendo – è scritto nella direttiva – con gli enti locali intese collaborative ad hoc per un organico coinvolgimento delle polizie locali nelle relative attività“.
Nella parte conclusiva del provvedimento di 4 pagine, inoltre, è sottolineato che “le preminenti ragioni della tutela della salute e dell’ordine pubblico messe in pericolo dalla circolazione di siffatte sostanze dovranno, altresì, essere segnalate agli enti locali affinché le tengano in debita considerazione in relazione alle possibili nuove aperture di simili esercizi commerciali, prevedendo una distanza minima di almeno cinquecento metri dai luoghi considerati a maggior rischio”. A sentire il Viminale, inoltre, “un provvedimento comunale sul modello di quello che ha già interessato le sale da gioco, assunto nella consapevolezza che il consumo delle cosiddette ‘droghe leggere’ rappresenta spesso un viatico per l’assunzione di quelle pesanti”. Infine i tempi di applicazione del provvedimento: “Nel ribadire la necessità di un’azione che si ispiri ai canoni della più ampia condivisione e del massimo coordinamento, si invitano le SS.LL. a far tenere, entro il prossimo 30 giugno, – conclude – uno specifico report sulle risultanze della ricognizione svolta e sulle iniziative conseguentemente intraprese“.