Alla famiglia rom è arrivato il supporto di Papa Francesco e un appello a "resistere" durante l’incontro nella sagrestia di San Giovanni in Laterano, durato alcuni minuti. Bergoglio ha detto che conosceva la loro storia, li ha incoraggiati e li invitati a chiedere alla Chiesa per qualunque necessità
“Su Casal Bruciato non bisogna schierarsi, ma serve il buon senso. Ovvero se c’è un italiano che aspetta da 20 anni una casa e poi gli stranieri che vivono qui da 5 anni scavalcano gli italiani è logico che ci sia un casino. Queste sono micce che fanno scattare problemi più grandi”. Il vicepremier Luigi Di Maio interviene così durante la trasmissione ‘Dritto e rovescio’ su Rete4 sul caso della famiglia rom cui è stata assegnata legittimamente un alloggio popolare e aggredita verbalmente da esponenti di estrema destra. “Io ho applicato al reddito di cittadinanza il principio è che se stai in Italia da almeno 10 anni, hai lavorato e pagato le tasse, oppure sei un cittadino stabile, allora puoi iniziare ad accedere al programma”. Alle vittime è arrivato il supporto di Papa Francesco e un appello a “resistere” durante l’incontro nella sagrestia di San Giovanni in Laterano, durato alcuni minuti. Secondo quanto è stato riferito dai presenti, il Papa ha detto che conosceva la loro storia, li ha incoraggiati e li invitati a chiedere alla Chiesa per qualunque necessità. La famiglia ha raccontato la propria storia, spiegando di essere musulmana. Francesco ha poi scherzato con una bambina della famiglia.
“La legge va applicata” ha detto premier Giuseppe Conte, in Romania per il vertice Ue di Sibiu, per esprimere la sua posizione sulla vicenda. Lo stesso concetto usato dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che mercoledì ha fatto visita alla famiglia rom cui il Comune ha assegnato la casa popolare nel comprensorio di via Sebastiano Satta. “Restano lì, è un loro diritto”, aveva detto la prima cittadina, prendendosi gli insulti dei residenti che da martedì, fomentanti da gruppi e partiti di destra ed estrema destra come Casapound e Fratelli d’Italia, hanno assediato l’alloggio e rivolo minacce la famiglia. Minacce per le quali sono partite le prime denunce.
Ieri, dalle agenzie di stampa, era filtrata la presunta irritazione del vicepremier Luigi Di Maio per l’iniziativa della sindaca: “Non ho trovato inopportuna la visita di Raggi – spiega oggi Di Maio a Radio anch’io su Radio1 – Ma comprendo ci sia tensione sociale nel Paese, ci sono italiani arrabbiati e una tensione che produce intolleranza non si può combattere stando da una parte o dall’altra. Bisogna trovare soluzioni. Stiamo cercando, come Governo, di abbassare questa tensione sociale“. A margine di un convegno nella Camera di Commercio ha parlato anche la prima cittadina Cinquestelle: “Credo che se partiamo dalla legalità noi attuiamo la democrazia. Questo deve essere il principio da cui partire e a cui arrivare: deve essere il filo conduttore. Un sindaco deve stare vicino agli ultimi, che vuol dire sia agli abitanti di quelle periferie che a Roma sono abbandonate da tempo, sia a coloro che si sentono più fragili“, ha chiarito.
“Oggi va meglio, stamattina sono uscito a fare colazione al bar ma non so dopo come andrà, vedremo nei prossimi giorni”, ha detto Imer, il padre della famiglia bosniaca assegnataria della casa popolare. “Ho aspettato tanto tempo per questa casa e devo rimanere qui”, ha aggiunto. “Siamo molto preoccupati, mia figlia di 3 anni non dorme da quattro giorni, si sveglia continuamente. L’altra di 9 anni ha avuto il panico“. Nel grande cortile davanti alle quattro palazzine al 20 di via Sebastiano Satta, la situazione sembra essersi tranquillizzata. Sono spariti gazebo e bandiere, mentre i genitori hanno annunciato una festa per presentarsi ai vicini. “Vogliamo diventare cittadini italiani, proprio come i miei figli”, ha detto il capofamiglia.
Questore: “Proteste al vaglio inquirenti”. Partite le prime denunce
Intanto quello che è successo nel comprensorio di via Satta tra martedì e mercoledì è ora al vaglio degli inquirenti. “Ci sono situazioni che sono state sottoposte alla autorità giudiziaria, ci sono delle denunce perché gli eccessi sono eccessi”, ha spiegato il questore di Roma, Carmine Esposito, a proposito delle proteste dei vicini e dei militanti di estrema destra che martedì hanno rivolto ai genitori rom e ai loro 12 figli frasi come “li vogliamo impiccati, bruciati”. Tra i denunciati figura anche l’uomo ripreso dalle telecamere mentre urlava “Ti stupro” a una donna che cercava di entrare in casa con la sua bambina in braccio. Identificati e denunciati anche chi ha insultato con frasi razziste la famiglia.
Gli investigatori della Digos di Roma invieranno presto in procura un’informativa sui disordini di martedì e mercoledì, dopo aver visionato le tante ore di video in cui sono stati immortalati sit in e proteste. Gli inquirenti sono ancora al lavoro per individuare con esattezza tutti i responsabili che, secondo quanto si è appreso, rischiano denunce per minacce, istigazione all’odio razziale e violenza privata.
“La manifestazione del pensiero, non lo dico io, ma la Costituzione, deve avvenire in maniera pacifica. I cittadini devono essere liberi di manifestare ma nel rispetto della legge. Ci tengo a ringraziare i ‘miei’ poliziotti, che sono un baluardo per la democrazia”, ha aggiunto il Questore a margine della commemorazione a via Caetani di Aldo Moro, il leader della Democrazia Cristiana ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978.
Di Maio: “L’obiettivo non è schierarsi”
Commemorazione a cui hanno partecipato anche la sindaca Raggi e il vicepremier Di Maio. Tra i due c’è stata una stretta di mano, prima di assistere alla manifestazione poco distanti. “Leggo che mi si attribuiscono parole come ‘irritato’, ‘arrabbiato’. Io credo che quando si minaccia di stupro una donna o si costringe un bambino a stare chiuso in casa, sia giusto dare solidarietà alla donna minacciata da CasaPound e dai fascisti”, ha detto in radio questa mattina Di Maio. Però, ha aggiunto, il vicepremier, “l’obiettivo non è schierarsi” ma cercare di “abbassare questa tensione sociale”.
Intanto il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, in un’intervista a ‘Radio Capital’ smentisce che il suo capo politico abbia usato la frase “prima gli italiani”, riportata ieri dalle agenzie: “Non ho sentito Di Maio dire queste parole. Non ho visto fastidi e non ha mai detto prima gli italiani: c’è qualcun altro che lo dice”, ha spiegato. Secondo Patuanelli, “il sindaco di una città determina autonomamente le proprie scelte su dove andare”.
Zingaretti: “Riapriremo sezione del Pd a Casal Bruciato” – “A Casal Bruciato riapriremo la sezione del Pd – ha annunciato il segretario Pd Nicola Zingaretti – Non si può andare in questi quartieri solo quando esplode la protesta, come ha fatto pure giustamente la sindaca Raggi; bisogna starci 365 giorni all’anno, tornare nei luoghi dove la vita, se non ci sono politica e servizi, può provocare questi istinti”.