Esteticamente non c’è alcuna differenza tra le AirPods di prima e quelle di seconda generazione. Il design è rimasto immutato, anche per quanto riguarda la custodia. Tutto è realizzato in policarbonato lucido, un materiale che restituisce una sensazione di robustezza e risulta piacevole al tatto. L’unica colorazione disponibile è quella bianca.
La cura del dettaglio è alta: la calamita che tiene ancorate le AirPods 2 all’interno della custodia è estremamente salda, così come il meccanismo di chiusa dello sportellino della custodia stessa. Sul retro c’è il pulsante fisico che serve per l’accoppiamento via Bluetooth con i vari dispositivi e per il reset delle cuffiette: a seconda di quanto tempo viene premuto, si attivano le diverse funzionalità.
L’indossabilità è un elemento estremamente soggettivo, l’unico modo per capire se vi risultano comode è provarle. Durante i test ci sono stati colleghi che le hanno indossate per tutto il giorno con il massimo comfort, altri che non hanno fornito un feedback positivo. Il fatto che molti le indossino anche per fare sport è comunque una dimostrazione che il design sia in grado di adattarsi alle esigenze di un largo numero di utenti.
Un dato obiettivo è invece la mancanza di una qualsivoglia certificazione di resistenza ai liquidi, e questo rappresenta un neo per auricolari costosi pensati per utilizzi prolungati. È vero che il sudore non crea grattacapi, così com’è difficile incorrere in problemi indossandole sotto la pioggia. Nel caso però di malfunzionamenti, la garanzia non coprirà i danni.
Fuori di discussione è la comodità nel trasporto. La custodia ha dimensioni ridotte e si può riporre in qualsiasi tasca. Apple ha evidentemente compreso che la portabilità è un aspetto chiave per degli auricolari true wireless, al contrario di alcuni concorrenti che continuano a progettare custodie ingombranti.