Sul salario minimo il Pd sfida il M5s, dopo che, attraverso le parole di Di Maio, aveva rivendicato la volontà di approvare entro agosto la sua proposta. Nel corso di una conferenza stampa al Senato, è stato il segretario Nicola Zingaretti
a rilanciare la proposta dem: “Mettiamo la nostra proposta a disposizione del Parlamento. Salario è solo la parte economica, ma nel contratto collettivo c’è la parte economica ma poi ci sono anche altre forme di diritti. Una legge che fissasse una giusta retribuzione per legge, magari con delle soglie, escludendo la contrattazione nazionale, peggiorerebbe le condizioni di vita di chi è sotto contratto”, ha spiegato. Per questo, ha continuato il senatore dem Tommaso Nannicini – “il salario minimo si deve accompagnare a un rafforzamento della contrattazione collettiva” altrimenti il progetto dei 5 stelle rischia di produrre “una fuga” dai contratti nazionali e diventa “un salario al minimo per tutti perché con la fuga dalle tutele avremo appunto un salario più basso per tutti”.
Dal Pd non sono poi mancati attacchi al governo sull’economia: “Il ministro dell’Economia ha confermato che il governo si appresta o ad aumentare l’Iva o tagliare la spesa pubblica, il che sarebbe drammatico, perché si parla almeno di 24 miliardi di euro. Ventiquattro ore fa, i due vicepremier hanno detto esattamente l’opposto. Quindi c’è un mix fatto di verità e confusione che il Paese sta pagando in maniera drammatica”.
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