Roberto Sanmarchi era accusato di omicidio colposo plurimo con l'aggravante di aver commesso il fatto in violazione in materia di sicurezza sul lavoro. Ha già erogato i risarcimenti ai famiglie delle vittime dell'incidente del 16 gennaio 2018 e all'Inail. L'inchiesta aveva evidenziato una serie di falle nei sistemi di sicurezza della fabbrica, messi in luce da una complessa consulenza tecnica
Un anno e 10 mesi, pena sospesa, e un risarcimento – già erogato – di circa 4,5 milioni di euro alle famiglie degli operai morti e all’Inail. È stato accordato il patteggiamento a Roberto Sanmarchi, il titolare della Lamina, l’azienda metallurgica di Milano dove il 16 gennaio 2018 morirono 4 operai a causa di una fuoriuscita di gas argon nella vasca di un forno. La decisione è stata presa dal gup del Tribunale di Milano, Manuela Scudieri, che ha accolto la richiesta della procura e dei legali dell’imputato, accusato di omicidio colposo plurimo con l’aggravante di aver commesso il fatto in violazione in materia di sicurezza sul lavoro.
L’inchiesta – coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Gaetano Ruta e Letizia Mocciaro – aveva evidenziato una serie di falle nei sistemi di sicurezza della fabbrica, messi in luce da una complessa consulenza tecnica. Era stato accertato che negli impianti di Lamina non c’erano “procedure di sicurezza sulla utilizzazione della centralina di allarme del livello di ossigeno” e “sulla gestione della funzione di tacitazione” dell’allarme stesso che quel giorno suonò al mattino e venne probabilmente disattivato da uno dei quattro operai, che poi scesero nella vasca del forno e morirono uno dopo l’altro. Non è stato, però, mai accertato perché fosse stata aperta la valvola che aveva provocato la fuoriuscita del gas, malgrado il forno non fosse utilizzato in quel momento.
Nel procedimento era imputata anche la stessa società per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, società che ha patteggiato una sanzione pecuniaria di 36mila euro. Già lo scorso giugno si era saputo che Sanmarchi aveva risarcito i familiari di una delle vittime, Giuseppe Setzu, e poi erano state chiuse anche le transazioni extragiudiziali con le famiglie dei fratelli Arrigo e Giancarlo Barbieri, anche loro dipendenti Lamina. Poi, sono stati risarciti anche i familiari di Marco Santamaria, elettricista di una ditta esterna e la stessa società che collaborava con Lamina per la perdita del lavoratore. Risarcimento versato, poi, anche all’Inail.