Cultura

Salone del libro Torino. Altaforte esclusa, Polacchi va lo stesso: “Non ci pieghiamo al pensiero unico. Attacco a Salvini”

La casa editrice del coordinatore di Casapound Lombardia, indagato per apologia del fascismo, non potrà partecipare all'evento. Ma l'editore ha annunciato che andrà lo stesso. Il direttore artistico Lagioia dopo le polemiche: "Serviva una scelta politica"

La casa editrice Altaforte edizioni, nonostante la notizia dell’esclusione dal Salone del libro di Torino, arrivata poche ore prima dell’inaugurazione, ha fatto sapere che questa mattina si presenterà lo stesso alla manifestazione. “Sarò presente”, si legge sulla pagina Facebook dell’editore Francesco Polacchi, “per ribadire che non ci pieghiamo alla logica del pensiero unico. Se avete a cuore la libertà, la libertà d’espressione, vi aspetto. I libri non possono e non devono conoscere censura”. Quindi ha annunciato: “Ci è stato revocato lo stand che avevamo regolarmente acquistato, questa revoca la reputiamo inaccettabile e adiremo per vie legali subito contro il Salone del Libro. Vogliamo andare in tribunale“. Polacchi, che è anche coordinatore di Casapound in Lombardia, è indagato per apologia del fascismo dopo l’esposto di Regione Piemonte e Comune di Torino in seguito alle dichiarazioni secondo cui “l’antifascismo è il vero male dell’Italia”. Lo stand della casa editrice, finito al centro delle polemiche nei giorni scorsi, è stato smontato nella notte. Altaforte tra le varie cose pubblicherà anche il libro-intervista a Matteo Salvini a firma Chiara Giannini.

Polacchi si è poi presentato davanti all’ingresso del Salone e ha fatto una diretta su Facebook: “Ritengo che la mia dichiarazione sia stata presa come una scusa e di essere stato denunciato per un reato di opinione“, ha dichiarato. “Sono disponibile a chiarire la mia posizione con la Procura, ma ritengo che la pietra dello scandalo sia il libro ‘Io Matteo Salvini’, perché c’è un attacco al ministro dell’Interno che io comunque non voglio tirare per la giacchetta”. Ha anche detto di aver “già venduto 6mila copie del libro e di essere pronti a ristamparlo”.

Sulla questione si è espresso anche il direttore artistico Nicola Lagioia. Proprio le sue parole per giustificare la presenza di Altaforte al Salone erano state criticate da alcuni intellettuali e scrittori, provocando numerose defezioni da ZeroCalcare ai Wu Ming. “Il problema”, ha dichiarato oggi, “è che la vicenda si è spostata da una polemica culturale con implicazioni contrattuali a una vicenda simbolica con la presa di posizione di Halina Birenbaum e quindi è stata necessaria una svolta politica”, ha detto. “Questa vicenda ha fatto emergere i temi chiave del nostro tempo, fascismo e antifascismo, la tenuta della democrazia, temi di cui si parlerà al Salone che certo ha una sua impostazione culturale che è andata a confliggere con quanto è successo. Questo però non vuol dire che il Salone non accolga tutti però c’è un limite che è quello dell’apologia di fascismo e di odio razziale che si devono mettere fuori”.
Chi ha rivendicato l’esclusione di Altaforte è stata oggi la sindaca M5s Chiara Appendino: “Sapete che avevamo presentato un esposto nei confronti di Polacchi, ieri durante una riunione di mediazione abbiamo deciso, come istituzioni, di stare al fianco di chi rappresenta la lotta all’antifascismo piuttosto che a chi è denunciato per apologia di fascismo”, ha detto arrivando all’inaugurazione.
La sua posizione è stata condivisa anche dal ministro della Cultura Alberto Bonisoli: “Ritengo”, ha detto, “che le idee debbano essere sempre raccontate” ma “se poi mi chiede della dichiarazione di un editore che paragona l’antifascismo al male assoluto, allora penso che l’unica cosa che andava fatta era presentare denuncia alla Procura“. E ancora: “L’Italia si merita di avere un Salone del Libro di livello internazionale, che sia il punto di riferimento per l’editoria del nostro Paese e che si possa confrontare egregiamente con le più grandi mostre degli altri paese (Francoforte e Parigi). Devo fare i complimenti alla sindaca Appendino, al presidente Chiamparino e agli organizzatori, perché hanno dimostrato di saper superare le difficoltà e le polemiche con le idee comuni, di farle valere e dar loro un valore nonostante tutto. Personalmente, mi trovo d’accordo con le scelte fatte insieme dalle istituzioni e dagli organizzatori, le cose dette sono cose gravi e non si poteva fare finta di niente”. Così il ministro della Cultura Alberto Bonisoli all’inaugurazione della 32esima edizione del Salone del libro di Torino. “Oggi inaugurando il Salone stiamo ribadendo la sua importanza, il suo valore, ribadiamo l’importanza dell’offerta culturale italiana – ha aggiunto – Nonostante le polemiche, dobbiamo permettere al Salone di elevarsi ad un livello diverso, quello che si merita l’editoria italiana”.