Il Salone del libro di Torino diventa nuovo terreno di scontro per Lega e Movimento 5 stelle. Se Matteo Salvini ha definito “censura” l’esclusione dello stand di Francesco Polacchi, indagato per apologia del fascismo, dall’altra Luigi Di Maio ha invece detto che quella dell’editore è una “provocazione per vendere libri”: “La nostra Costituzione nasce sui valori contro il fascismo”, ha dichiarato. Nei giorni scorsi Comune di Torino e Regione Piemonte avevano presentato un esposto contro Polacchi per aver detto che il “male dell’Italia è l’antifascismo”. In tarda mattina è intervenuto anche il Capo dello Stato con un messaggio inviato al direttore del Salone Nicola Lagioia: “I valori che Primo Levi ha vissuto e trasmesso, specialmente la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda Guerra Mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificate e una rispettosa convivenza sociale”. Il riferimento di Sergio Mattarella è a “le numerose iniziative” dedicate dalla kermesse a Primo Levi.
Lo stand di Polacchi è stato smontato ieri sera, a poche ore dall’inaugurazione della manifestazione. Lui è coordinatore di Casapound in Lombardia e responsabile della casa editrice Altaforte che nei giorni scorsi ha pubblicato il libro-intervista a Matteo Salvini a firma Chiara Giannini. Il volume è secondo classifica ed è alla prima ristampa. “Siamo alla censura dei libri in base alle idee”, ha detto il ministro dell’Interno e leader della Lega, “non ha mai portato fortuna in passato il rogo dei libri. Alle idee si risponde con le idee alla faccia dei compagni che fanno i processi alle idee, sempre che ci siano delle idee, ma loro preferiscono urlare ‘fascista’”. Proprio questa mattina Polacchi si è presentato all’apertura della manifestazione e ha fatto una conferenza stampa in diretta Facebook: “C’è un attacco al ministro dell’Interno”, ha detto.
Diversa la posizione del vicepremier M5s Luigi Di Maio che, in mattinata, si è schierato in favore della decisione di far togliere lo stand dal Salone: “Il punto”, ha detto, “non è tanto che l’editore è di Casapound, ma che è andato a dire che l’antifascismo è il male assoluto quando la nostra Costituzione nasce sui valori contro il fascismo. E’ una provocazione per vendere libri, ma non possiamo farla passare”. Tutto il Movimento 5 stelle, fin dall’inizio delle polemiche, si era schierato contro la presenza di Altaforte al Salone del libro. Oggi è intervenuto anche il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli: “L’Italia si merita di avere un Salone del Libro di livello internazionale, che sia il punto di riferimento per l’editoria del nostro paese e che si possa confrontare egregiamente con le più grandi mostre degli altri paese (Francoforte e Parigi). Devo fare i complimenti alla sindaca Appendino, al presidente Chiamparino e agli organizzatori, perché hanno dimostrato di saper superare le difficoltà e le polemiche con le idee comuni, di farle valere e dar loro un valore nonostante tutto. Personalmente, mi trovo d’accordo con le scelte fatte insieme dalle istituzioni e dagli organizzatori, le cose dette sono cose gravi e non si poteva fare finta di niente”.
La sindaca M5s Chiara Appendino, a margine dell’inaugurazione, ha specificato che l’esposto non è stato fatto contro il leader della Lega: “Il nostro esposto non è stato fatto contro Salvini, ma contro Polacchi e dichiarazioni che vanno contro lo spirito del Salone e gli ideali della città di Torino e del Paese intero”. E ha invitato il ministro al Salone: “Salvini può commentare come vuole, da parte nostra c’è il pieno supporto all’organizzazione per una decisione che andava presa. E c’è l’invito al ministro di venire al Salone, come fatto dal ministro Bonisoli proprio all’apertura della manifestazione. Il fatto di aver denunciato le frasi di Polacchi non collega le nostre azioni in contrasto al ministro Salvini, non è così. Le cose non sono collegate in alcun modo, non è stato un giudizio politico.”
All’inaugurazione era presente anche la vicepresidente M5s della Camera Maria Edera Spadoni: “Oggi tutti noi dobbiamo impegnarci per combattere con forza quella forma di revisionismo storico desideroso di riabilitare il periodo più buio e fosco del nostro Paese”, ha detto nel suo discorso. “Quel revisionismo che oggi non cita la censura, in primis di stampa, che ha portato a leggi che non permettevano la libertà di espressione che oggi diamo per assodata. E’ necessario lottare per la libertà e contro ogni totalitarismo di ieri come di oggi. E’ fondamentale educare i giovani al rispetto per l’altro, alla fiducia nelle Istituzioni contro ogni giustizia fai da te e contro ogni violenza”.