Discussione rovente a Otto e Mezzo (La7) tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini, la conduttrice Lilli Gruber e il giornalista Alessandro De Angelis sugli ammiccamenti del leader della Lega a Casapound e sulla vicenda della casa editrice Altaforte, che ha pubblicato il libro-intervista di Chiara Giannini al vicepresidente del Consiglio.
Salvini nega di aver mai incontrato e di conoscere “quelli di Altaforte”, Gruber ribatte: “Ma, scusi, lei da ministro dall’Interno e da vicepremier non mi verrà mica a dire che non sapeva chi avrebbe pubblicato quel libro-intervista?”.
“Ognuno sarà libero di scegliere la sua casa editrice? – insorge Salvini – Questa casa editrice è fuori legge?”.
“Sì, adesso il suo editore Francesco Polacchi è indagato per apologia di fascismo“, risponde la giornalista.
“Va bene, ma ieri non lo era”, ribatte il ministro.
“E’ uno che si dichiara orgogliosamente fascista“, precisa Gruber.
“Ma chi lo conosce?”, controbatte Salvini.
“Ma se c’è una foto in cui eravate a cena insieme“, risponde la conduttrice, che mostra l’immagine che immortala Salvini con Polacchi a tavola.
“Io faccio centinaia di foto al giorno – replica il leader della Lega – Secondo lei, chiedo codice fiscale e carta di identità?”
“Appunto. Questo vale anche per quelli che si sono ritrovati nella foto con Buzzi“, commenta Gruber.
Salvini aggiunge: “Questa è una casa editrice che ha pubblicato tanti libri ed è legalmente riconosciuta. E allora che problema c’è? Esiste una censura preventiva? Ma che, quelli di Casapound c’hanno la lebbra? Io sono antifascista e anticomunista, ma questa presunta superiorità culturale della sinistra non esiste. Finché voi fate battaglia alla Lega parlando di fascismo, razzismo e nazismo, noi governiamo per 30 anni“.
Gruber non ci sta, il leghista l’accusa ironicamente di condurre una trasmissione “spostata a sinistra”. La giornalista respinge le accuse di parzialità politica e ricorda a Salvini le sue dichiarazioni sul 25 aprile (“Siamo nel 2019 e mi interessa poco il derby fascisti-comunisti. Io vado a Corleone”).
I toni si surriscaldano e interviene De Angelis: “Sta di fatto che lei è andato a cena con un pregiudicato e picchiatore, ora indagato per apologia di fascismo”.
“Sì, ma 4 anni fa, io sono ministro da un anno – ribatte Salvini – Non si possono passare 10 minuti a parlare del fascismo che non c’è e del libro del Salone di Torino, quando le emergenze nazionali sono le tasse e la droga“.
“Ma le emergenze nazionali le decide lei di volta in volta“, obietta Gruber.
“Secondo lei, è più pericoloso il fascismo che non c’è o la droga che c’è? – replica Salvini – Io vi lascio alle vostre battaglie contro il fascismo, il razzismo, il nazismo, l’invasione degli alieni. Preferisco combattere gli spacciatori“.
“Sì, guardi, lei ha un nemico al giorno che combatte – risponde la conduttrice – L’importante è che questo Paese funzioni”.