Un’intervista che spazia dalla crescita all’immigrazione, che insiste sulle polemiche interne al governo, innescate dal ministro dell’Interno. Domande a cui risponde ‘chieda a lui e non a me’. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un colloquio a tutto campo col quotidiano spagnolo El Pais (a firma di Daniel Verdú) parla della sua esperienza di governo (“che finirà al termine della legislatura“), delle misure per la crescita varate dall’esecutivo che daranno risultati “nel terzo trimestre di quest’anno” e della dialettica tra Lega e 5 Stelle, percepita dal quotidiano spagnolo come litigiosa e tormentata. Matteo Salvini “è un compagno di viaggio con il quale mi confronto molto serenamente”, chiarisce Conte, ma “se da fuori o all’estero richiamano di più l’attenzione le dichiarazioni o l’immagine di Salvini, che ha una grande capacità di comunicazione, e si crede che nel governo comandi lui, è una vostra illusione ottica“. E sulle liti tra i due partiti di governo aggiunge che in vista delle elezioni europee Lega e 5 Stelle “cercano di aumentare il proprio consenso e così si scatenano le polemiche” ma “dopo il 26, il clima cambierà e potremo concentrarci sulle attività del governo”. Quindi questo clima “durerà fino al 26 maggio, dobbiamo darlo per scontato”. “Negli ultimi mesi – aggiunge – siamo sempre stati in campagna elettorale. E ora, nel cammino verso quelle europee, è evidente che due forze politiche” come Lega e M5S che “sono avversarie possono avere momenti di tensione” con una “dialettica per evidenziare il proprio spazio politico“.
Parlando di economia Conte spiega che gli effetti delle misure economiche varate dall’esecutivo si vedranno “nel secondo trimestre di quest’anno”. Giudica le ultime stime Ue sulla crescita dell’Italia “ingenerose – prosegue -. Se le prendessi alla lettera, considerando lo 0,1% del primo trimestre, direi che non cresceremo affatto. Significherebbe che tutte le misure contenute nei bilanci, i decreti sugli investimenti non produrranno alcun impatto”. Ma quello che fa soffrire “la nostra economia”, prosegue, è la ‘guerra’ dei dazi tra Usa e Cina, con la quale l’Italia ha firmato a marzo il memorandum d’intesa. “L’ideale sarebbe mettere fine a questa guerra tra Stati Uniti e Cina – spiega -. Le dichiarazioni americane non invitano all’ottimismo, ma dall’esperienza nei negoziati penso che sarebbe importante raggiungere una soluzione. Sono misure che danneggiano quelli come noi che stanno nel mezzo”. El Pais fa notare che le misure per la crescita varate dal governo sono oscurate dal dibattito politico, ma Conte replica che questo è un effetto per il quale tutti sono responsabili. Lo è “chi è in campagna elettorale, ma anche chi fa informazione, che in questo periodo è interessato soltanto alle parole dei leader politici”. E anche sulle polemiche interne al governo riguardo i migranti – dopo l’ultimo caso dello sbarco di 36 naufraghi deciso dal presidente del Consiglio nonostante la contrarietà del leader della Lega – Conte insiste: “I giornali amano sintetizzare con alcuni slogan, come porti aperti o chiusi”, ma il fenomeno è “più complesso e ha a a che fare con l’accoglienza e l’integrazione e anche con i rimpatri”.
Alla domanda se ritiene che la Libia sia un porto sicuro, Conte risponde: “Siamo nel mezzo di un’avanzata militare, come potrei pensarlo? Vuole fare polemica tra me e Salvini o interessarsi ai problemi? Lei cade negli stessi errori del resto dei giornalisti che dopo dicono che litighiamo. Ci pensi, è un meccanismo perverso. Le sue domande sono tutte su Salvini. Vuole soddisfare la sua curiosità su una mia possibile lite politica tra me e Salvini“. El Pais gli fa notare che la relazione con la Spagna non è stata mai buona, anzi, “è particolarmente cattiva nell’ultimo anno”, nonostante Madrid possa essere un grande alleato in Europa. “E anche Sanchez l’ha criticata nella sua autobiografia. Qual è il problema?”, chiede Verdú. Conte risponde buttando la palla nel campo avversario: “Lo chieda al suo primo ministro. Non so perché la Spagna abbia coltivato altre alleanze, però è un peccato che i paesi del sud non possano esprimere una strategia comune in Ue. Ci indebolisce. Quelli del nord fanno gruppo, quelli del sud no”. Conte precisa poi che Salvini “non è antieuropeista” anche se il giornalista gli fa notare che un anno fa lo era. l’intervista affronta anche il nodo delle Europee, e il futuro cambio degli equilibri in Commissione. Per quanto il premier evidenzi di non poterli prevedere, spera che “tutte le forze offrano un contributo per un’Europa più solidale ed egualitaria“. E conclude: “L’Europa non ha bisogno di derive nazionaliste antieuropee ma neanche di europeisti a buon mercato”.