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Cannabis legale, Salvini vuole “chiudere tutti i negozi”. Ma la Lega contribuì a far approvare la legge

Il via libera definitivo alla 242/2016, che ha dato il la all'apertura dei canapa shop, è arrivato il 22 novembre 2016 in commissione Agricoltura al Senato riunita in sede deliberante, ovvero dotata dei pieni poteri per trasformare un ddl in legge. A chiedere di procedere in questo modo e non passare per l'Aula, evitandone così le lungaggini, era stato anche il capogruppo leghista Stefano Candiani. Che oggi dice che i negozi "vendono droga e kit per farsela in casa"

“Scambia le piccole e medie imprese, che danno lavoro sano, con i negozi di cannabis che vendono droga e kit per farsela in casa”. Così Stefano Candiani, sottosegretario leghista all’Interno, ha apostrofato giovedì il collega grillino Carlo Sibilia che criticava la crociata intrapresa da Matteo Salvini contro i negozi di cannabis legale. “Se dovessimo lasciare fare a chi la vede come lui, ci troveremmo presto i cannaioli al posto dei caldarrostai nelle piazze d’Italia. Robe dell’altro mondo!”, ha aggiunto l’esponente del Carroccio, che oggi si propone di “chiudere a uno a uno tutti” i canapa shop “perché sono un incentivo all’uso e allo spaccio di sostanze stupefacenti”, come ha annunciato il segretario. Eppure nel novembre 2016 la Lega ebbe un ruolo determinante nell’approvazione della legge 242/2016.

Il provvedimento, “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, che ha dato il via all’apertura dei “cannabis shop” è diventato realtà tra il novembre 2015 e lo stesso mese dell’anno successivo, ma non è passato nelle Aule di Camera e Senato: è stato approvato nelle rispettive commissioni Agricoltura riunite in sede deliberante, dotate cioè dei pieni poteri per trasformare un ddl in legge. In termini di strategia politica decidere di approvare una legge in commissione consente di evitare le lungaggini e le insidie del passaggio in Aula e portare a casa il risultato in tempi brevi. Perché ciò accada al Senato, dove il testo ha ricevuto il via libera definitivo, è necessario che i capigruppo chiedano all’unanimità alla presidenza che la commissione si esprima in sede deliberante, come prevede l’articolo 37 del Regolamento. Alla Camera, invece, basta l’assenso di “più dei quattro quinti” dei membri.

L’iter era iniziato alla Camera, dove la legge era stata approvata il 18 novembre 2015. Nella commissione Agricoltura di Montecitorio la Lega non era rappresentata dal momento che il primo leghista, Carmelo Lo Monte, approdato al Carroccio dal Centro Democratico, era arrivato solo il 6 dicembre 2017: nessun leghista, infatti, figura tra i membri della commissione presenti il giorno dell’approvazione.

Il via libera definitivo al Senato, invece, era arrivato il 22 novembre 2016. Chi era il capogruppo della Lega in commissione Agricoltura a Palazzo Madama? Stefano Candiani, proprio lui. Impossibile sapere se fosse presente al momento del voto e in che modo avesse votato perché nei resoconti ufficiali viene riportato solo che il testo venne approvato all’unanimità. IlFattoQuotidiano.it ha provato a contattare il senatore per telefono e via whatsapp, ma non ha ricevuto risposta. Di certo in base al regolamento del Senato l’attuale commissario della Lega in Sicilia si era detto favorevole acché la commissione si esprimesse in sede deliberante sul testo prodotto dall’unione delle proposte di Loredana Lupo e Adriano Zaccagnini del M5s, Nicodemo Oliverio del Pd e Dorina Bianchi del Pdl. E, quindi, ha contribuito all’approvazione della legge che ha dato il la all’apertura dei “negozi di cannabis che vendono droga e kit per farsela in casa”. Come oggi li definisce lui stesso.

@marco_pasciuti

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