L’Italia è il paese d’Europa con più disoccupati di lungo corso, cioè persone in cerca di lavoro da oltre 12 mesi. Secondo i dati di Eurostat, sono 1,6 milioni. Sebbene in diminuzione rispetto al 2017 di circa 80mila unità, anche per quanto riguarda i giovani, è il dato più alto registrato in Ue. Si conferma anche la grande frattura tra le regioni del Nord e il Meridione. Se sommiamo i disoccupati da oltre un anno presenti nel Sud, dove sono quasi 600 mila, e nelle Isole, 312mila, arriviamo a circa 900mila unità. Un numero enorme se si pensa che nell’intera Germania, che ha una popolazione quattro volte superiore a quella del Sud, sono solo 600mila. Soltanto in Campania e Calabria ci sono più disoccupati di lungo corso che nel Regno Unito.
Nell’Europa figlia della crisi economica, la disoccupazione sta continuano a diminuire. Dai 12,5 milioni del 2013, siamo arrivati ai 7,3 milioni del 2018. Rispetto al 2017, si contano più di un milione di disoccupati in meno. Confrontando però i livelli precedenti alla crisi, ovvero quelli del 2008, si notano grosse differenze. Se in Italia i disoccupati di lungo corso prima erano 750mila, ora sono più che raddoppiati. In Germania, invece, c’è stato un andamento opposto: nel 2008 erano 1,6 milioni, oggi sono meno della metà.
In Italia chi è senza lavoro da oltre 12 mesi rappresenta il 58,1% della disoccupazione complessiva a fronte del 43,2% nell’Ue a 28 stati, ma ci sono discrepanze molto significative sul territorio. Nella provincia di Bolzano meno di un quarto dei disoccupati (il 23%) non ha lavoro da più di un anno mentre in Calabria la percentuale sfiora il 70%. Dall’inizio della crisi, l’Italia ha registrato una crescita significativa della forza lavoro grazie all’aumento della partecipazione delle donne e alla stretta sulle regole per l’accesso alla pensione, che hanno bloccato il turn-over.