Dal reddito di cittadinanza avanza un miliardo e l’intenzione del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, è quello di reinvestirlo, magari già nel corso del 2019, per aiutare le famiglie: maggiore sostegno alle mamme lavoratrici e per il pagamento delle babysitter, oltre alle rette degli asili nido e ai prodotti per l’infanzia. Ma altri soldi potrebbero rimanere nelle casse dello Stato dai bonus nascite e asili nido, assegni familiari e dalla rimodulazione degli 80 euro del governo Renzi che potrebbero fruttare nuove risorse da reinvestire. Se ne discuterà da oggi, con il tavolo ad hoc in cui il vicepremier incontrerà le associazioni, e durante tutta la settimana, quando inizierà la discussione sul nuovo decreto legge. E i gruppi per le famiglie chiedono di rilasciare un assegno per ogni figlio indipendentemente dal reddito, così come avviene in altri Paesi europei: “Costa 15 miliardi, ma possiamo partire dalle famiglie con tre figli”.

E proprio il vicepremier M5s potrebbe essere colui che spinge per una riforma ancora più radicale del sistema welfare legato alle famiglie, dal congedo per i papà lungo come quello delle mamme all’introduzione, appunto, di un assegno unico mensile per i figli. Proposte che verranno discusse già questa settimana, con la convocazione di un tavolo tecnico al ministero che coinvolgerà non solo i partner di governo, ma anche le opposizioni. Si tratta di un “decreto che sarà approvato nelle prossime settimane, e che mette un miliardo di euro in più sugli aiuti alle famiglie che fanno figli: pannolini, baby sitter e asili nido – ha dichiarato Di Maio – Sposteremo soldi che avanzano dal reddito di cittadinanza, un miliardo di euro, sulle famiglie che fanno figli e che hanno figli. Su quei giovani che stanno andando via dall’Italia e che non hanno nessuna certezza perché quando vogliono mettere al mondo un bambino non sanno come sostenere le spese e come assicurargli un futuro dignitoso”.

Al tavolo parteciperà anche il Forum delle associazioni familiari che ha messo a punto una sua proposta. Si tratta di un “assegno universale”, da 150 euro al mese per ogni figlio fino alla maggiore età o fino a 26 anni se studiano regolarmente. La proposta elaborata dal Forum costerebbe “15 miliardi” ma, spiega il presidente Gigi De Palo, “si può attuare per gradi, iniziando magari dalle famiglie con tre figli e così via. L’importante è partire”. Le risorse, dicono, si potrebbero reperite attraverso il riordino degli attuali sostegni alla famiglia. Nella proposta, si parla di un assegno indipendente dal reddito familiare o dall’Isee e andrebbe a tutti, anche incapienti, disoccupati o lavoratori precari e atipici, non solo ai lavoratori dipendenti come l’attuale assegno per il nucleo familiare.

L’annuncio di Di Maio è stato accolto con soddisfazione anche dal ministero della Famiglia guidato dal leghista Lorenzo Fontana. Proprio l’esponente del Carroccio ha dichiarato: “Esprimo immensa soddisfazione e gioia per la conversione di Di Maio sulla famiglia. Ha capito la nostra lezione: se il Paese vuole crescere deve puntare sul rilancio della natalità. Di Maio è diventato un leghista, un mio discepolo. Finalmente dopo mesi di battaglie raccogliamo i frutti: i Cinque Stelle sulla mia linea e la famiglia al centro del dibattito politico, con le nostre priorità!”. Il vicepremier pentastellato glissa: “Io non ho niente da rispondere a Fontana. Mi faccia parlare di cose serie, piuttosto”, dice ai cronisti.

Chi, invece, vorrebbe investire per integrare il reddito di cittadinanza è il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che in un’intervista a La Stampa spiega che, riguardo ai disoccupati che non hanno potuto accedere al sussidio perché hanno ricevuto un reddito l’anno precedente, “la bozza di provvedimento è sul mio tavolo, spero possa essere discussa in parlamento al più presto, forse già alla fine di questo mese. Si potrà fotografare il reddito corrente  e ciò permetterà ai disoccupati in particolari situazioni, precettori di sussidio di disoccupazione o disoccupati da oltre diciotto mesi di accedere al reddito”. Poi, però, specifica che “il ministro del Lavoro ha già annunciato che eventuali risparmi saranno destinati alle famiglie. Sono d’accordo con lui”.

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