I consumatori potranno portare avanti un'azione legale contro la società che, secondo loro, abusa della posizione dominante del proprio marketplace elettronico, l’App Store, per gonfiare i prezzi
Portare avanti un’azione legale contro Apple per abuso di posizione dominante è possibile. Lo ha stabilito la Corte Suprema americana che dato ragione agli utenti di iPhone facendo crollare del 5,62% il titolo a Wall Street, peraltro già colpito dalla questione dei dazi commerciali. I consumatori potranno portare avanti una class action contro la società, che per loro abusa della posizione dominante del proprio marketplace elettronico, l’App Store, per gonfiare i prezzi. Questa almeno – riporta la Cnbc – l’accusa degli utenti, che ritengono che la commissione del 30% per le vendite con la app sarebbe stata scaricata sui consumatori, un uso sleale del potere monopolistico non permesso dalle leggi antitrust. Apple – crollata in Borsa anche a causa della guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina – aveva sostenuto che solo gli sviluppatori di app, e non gli utenti, avrebbero potuto essere in grado di condurre una simile azione legale. “Il quadro fatto da Apple non ha molto senso, se non come modo per tenere Apple lontana da simili cause legali”, ha scritto il giudice Brett Kavanaugh.