Un gruppo di ricercatori ha ideato robot volanti ispirati dai colibrì, capaci di volare al buio in luoghi angusti e non raggiungibili dalle persone o dai droni.
Esplorare zone anguste difficili da raggiungere può essere un problema sia per l’uomo sia per i robot convenzionali. Per risolvere il problema, un gruppo di ricercatori della Purdue University propone di usare robot volanti ispirati ai colibrì. Oltre ad essere molto piccoli, questi robot sono stati “addestrati” usando algoritmi di apprendimento automatico che permettono loro di imitare le tecniche di volo che questi uccelli in natura usano ogni giorno. L’idea è che potrebbero un giorno essere impiegati per individuare e trasmettere la posizione di vittime intrappolate in crolli di edifici.
I ricercatori presenteranno il loro lavoro il 20 maggio a Montreal alla conferenza internazionale IEEE 2019 sulla robotica e l’automazione. Xinyan Deng, professore associato di ingegneria meccanica presso l’ateneo statunitense, spiega che questo “robot può essenzialmente creare una mappa senza vedere ciò che lo circonda: un dettaglio che può tornare utile nelle situazioni in cui il robot deve esplorare un luogo buio”. Non solo. I colibrì robot potrebbero anche consentire ai biologi di studiare in modo più affidabile i colibrì nel loro ambiente naturale attraverso i sensori di questi robot realistici.
Questo non è l’unico vantaggio del robot colibrì, che è anche infinitamente più piccolo di un drone grazie al modo diverso di sfruttare di sfruttare l’aerodinamica. Questo robot in miniatura, infatti, è dotato di ali flessibili, che sbattendo gli permettono movimenti simili a quelli dell’animale, che come è noto non usa l’aerodinamica convenzionale.
Il colibrì robot ha un corpo stampato in 3D, ali in fibra di carbonio, un peso di 12 grammi e può sollevare pesi fino a 27 grammi. Il prototipo più piccolo realizzato pesa 1 grammo. All’interno ci sono batteria, una fotocamera o un GPS. Attualmente il robot deve essere legato a una fonte di energia mentre vola, ma i ricercatori assicurano che presto non sarà più così. Ci sono poi due motori, per controllare ciascuna ala indipendentemente dall’altra, che è il modo migliore per imitare il volo dei colibrì in natura.
Per dovere di cronaca, è da sottolinea che questa non la prima volta che qualcuno cerca di realizzare un colibrì robot: nel 2011, la società AeroVironment, su commissione della Defense Advanced Research Projects Agency (agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa, DARPA) ha costruito un colibrì robotico. Era più pesante di un vero e proprio colibrì e non altrettanto veloce, e si controllava tramite un radiocomando simile a quello degli elicotteri, per questo aveva una manovrabilità limitata.
I progressi tecnologici intercorsi nel frattempo hanno permesso di realizzare un prodotto più efficiente, capace persino di compiere curve di 180 gradi. Deng ha sottolineato che “più il robot è piccolo, maggiore è la frequenza con cui sbatte le ali e più efficiente è il volo”.