Una tendenza che viene fuori dall'ultima ricerca realizzata da Nielsen per Autoscout24.it, in cui si evidenzia anche la maggiore propensione degli italiani verso l'utilizzo della macchina piuttosto che dei mezzi pubblici. Nonché la fiducia nella transizione verso nuove forme di mobilità pulita e alternativa, che tuttavia avverranno in maniera lenta
Che l’auto del futuro sarà elettrica o ibrida, che ci sarà la guida autonoma e che nelle città avremo una mobilità molto diversa da quella di oggi è scontato e prevedibile. Che i giovani tra i 18 e i 24 anni sognino ancora le quattroruote e siano convinti di possedere un’auto nei prossimi 10-15 anni, lo è meno. Questo però è quello che risulta dalla nuova indagine di AutoScout24: “Italia mobility 2030 – I nuovi orizzonti della moblità. Elettrico, car sharing, guida autonoma: tante strade, un unico futuro”, realizzata da Nielsen.
Dalle interviste condotte a partire da ottobre 2018 a sette esperti di diversi settori, 1000 consumatori tra i 18 e i 65 anni e 100 rivenditori è emerso uno scenario in cui l’auto sarà vista in due modi: come strumento per muoversi, che vedrà gli utenti scegliere il car sharing e l’acquisto di veicoli economici da un lato e, all’estremo opposto, l’auto come giocattolo, che soddisferà l’ambito emozionale di consumatori che sceglieranno sempre più auto di lusso e sportive con personalizzazioni estreme.
In questo contesto l’auto rimane comunque il fulcro di tutti i discorsi sulla mobilità futura e l’80% dei consumatori si aspetta di possederne una nei prossimi 10-15 anni. Questa percentuale sale al 92% se si prendono in considerazione i millennials e scende al 72% se invece si considera la fascia di età tra i 55 e i 65 anni.
Queste le previsioni per il futuro, ma il presente com’è? La fotografia dell’oggi vede l’auto privata ovunque al primo posto per gli spostamenti quotidiani. Il 59% degli italiani sceglie la macchina e solo l’8% usa i mezzi pubblici, che sono comunque considerati il problema principale per il 95% dei consumatori a causa soprattutto della mancanza di puntualità (53%) e della scarsa presenza dei mezzi (52%).
La stessa fotografia però ha un negativo, rappresentato dalla situazione delle due metropoli italiane messe a confronto. Roma è perfettamente in linea con la media nazionale mentre la percentuale di milanesi che usano l’auto quotidianamente scende al 40% e sale al 24% l’utilizzo dei mezzi pubblici. Anche il grado di soddisfazione per le opzioni di mobilità presenti in città è opposto: il 40% dei cittadini del capoluogo lombardo si dichiara soddisfatto contro l’11% di chi vive nella Capitale.
Anche se la situazione in Italia è così diversa, dalla ricerca Nielsen risulta chiaramente che le metropoli sono il terreno fertile per i cambiamenti in fatto di mobilità: con ogni probabilità le nuove soluzioni verranno sviluppate, sperimentate e implementate proprio qui. Il car sharing è un esempio della vivacità delle metropoli rispetto agli altri centri urbani anche se le 10.000 auto dedicate a questo servizio vengono usate settimanalmente solo dal 3% degli italiani. I costi di gestione sono troppo alti ed è prevedibile che in futuro questo modello di business debba cambiare, orientandosi sempre più verso temi legati alla micromobilità e all’elettrico. L’utilizzo di quest’ultimo sta crescendo anche nelle scelte di acquisto ma rimangono alte barriere da superare, che i consumatori individuano nei costi troppo alti (60%), nella scarsa autonomia (58%) e nella mancanza di stazioni di ricarica (56%). Per questo motivo solo il 38% degli intervistati ritiene che le auto elettriche rimpiazzeranno i motori tradizionali nei prossimi 10-15 anni, mentre il 56% sposta più avanti nel tempo il sorpasso, tra 25-30 anni.
Stesso orizzonte temporale anche per avere la guida autonoma con l’intelligenza artificiale. Nei confronti di quest’ultima i consumatori hanno un atteggiamento positivo perché trovano benefici legati al minor stress durante il trasporto, all’accessibilità e alla sicurezza. Fattori però controbilanciati da costi dei veicoli troppo alti, dalla difficoltà nello stabilire la responsabilità in caso di incidente e nella mancanza di fiducia nella tecnologia. Secondo gli esperti saranno le case costruttrici ad avere un ruolo chiave in questo ambito e attualmente i players più rilevanti sono GM, Mercedes, BMW, Volvo e Audi.
Tanti quindi i cambiamenti attesi nel futuro che però, secondo gli esperti, saranno meno disruptive e veloci ma avverranno con continuità. I consumatori si aspettano una mobilità green (33%) ma al secondo posto la vorrebbero economicamente conveniente (22%) e, se da un lato il 58% compra un’auto elettrica perché rispetta l’ambiente, il 44% compra un’auto diesel perché fa risparmiare. E, secondo gli esperti, né il diesel né il benzina moriranno ma subiranno evoluzioni che li renderanno sempre più efficienti. E’ l’ibrido però che fa la parte del leone e la classifica delle alimentazioni nei prossimi 10-15 anni lo vede come preferito per il 71% degli intervistati, seguito dall’elettrico per il 58%, dal GPL per il 41%, dal metano per il 37%, dal benzina per il 32% e dal diesel per il 27% che scende all’11% a Milano.