Televisione

Lunatics, la serie tv più pazza (e tra le più viste) in onda su Netflix. Occhio però: potrebbe disturbarvi

Lilley ha basato questa serie tv sugli altri suoi precedenti lavori di successo come Summer Heights High (2007) e Angry Boys (2011). Anche se lo show è stato duramente criticato, alla luce del suo successo potrebbe presto prendere corpo una seconda stagione: in un’ultima classifica rilasciata da Netflix, è la sesta serie tv più vista in assoluto

Ci sono degli show fuori dal comune, li riconosci perché aggiungono qualcosa di nuovo al concetto di ‘serie tv’, al concetto di ‘svago’. Questi spettacoli, ci piacciano o no, provocano una reazione e non si può rimanere indifferenti. E’ il caso di Lunatics: sei personaggi interpretati dallo stesso attore/sceneggiatore/regista Chris Lilley, sei differenti storie ma accomunate da un filo conduttore “la realizzazione di sé”. Girata come un ‘falso documentario’ (mockumentary), questa serie tv australiana costata meno di 5 milioni di euro, all’esordio su Netflix da un paio di settimane è già diventata un caso.

La trama: come in un vero e proprio documentario vengono presentati i personaggi tramite interviste, filmati e riprese in tutto e per tutto identiche a qualsiasi reality/documentario tv a cui siamo abituati da qualche anno. E così nelle prime puntate impariamo a conoscere: Gavin McGregor un ragazzino sovrappeso e indolente, che dall’Australia si ritrova a vivere in una contea in Inghilterra come un ‘piccolo lord’, Keith Dick che lavora nella moda e ed è affetto da “oggettofilia” (fa sesso con oggetti inanimati, soprattutto tecnologici), Quentin uno ‘splendido’ trentenne dalle grosse natiche che fa l’agente immobiliare, cocco di mamma e sempre alla ricerca del successo facile, una ex pornostar che si è rifugiata in un mondo abitato da personaggi immaginari e un’immensa collezione di giocattoli, Becky Douglas un’adolescente che si trasferisce al college e che viene bullizzata per il suo aspetto ‘mostruoso’, e infine il personaggio forse più riuscito della serie Jana Melhoopen-Jonks, che ha il dono di riuscire a parlare con gli animali, anzi è una vera analista dei cani e lavora per le star.

E’ stata definita dai critici: disturbante, irritante, insultante, etc.. Le critiche più feroci sono venute dai social. L’accusa principale è quella di aver dato fondo ai peggiori stereotipi sugli australiani, sui gay, sulle lesbische etc… Hanno definito i personaggi eccentrici, vero, magari a prima vista può sembrare effettivamente così ma in realtà Lilley mette in scena l’eccesso per raccontarci la normalità. Ogni personaggio ha un difetto fisico più o meno evidente ma è la loro moralità a “stendere” lo spettatore. Quentin è vanaglorioso, Jana subdola e manipolatrice, Becky non riesce ad accettare la sua diversità, Gavin ‘una faccia da schiaffi’, Keith Dick ha dei comportamenti ‘non accettati ancora dalla società’, l’ex pornostar non riesce a guardare in faccia la realtà. Ogni telespettatore, forse, rivedrà in loro un tratto simile alla propria personalità e sarà un po’ come guardarsi allo specchio, costretti a meditare su se stessi e sulla propria vita, meno eccentrica forse ma ugualmente complicata e controversa. E poi, quando meno te lo aspetti, arriva il lieto fine, quando i personaggi sono a nudo e si mostrano così come sono, senza maschere, senza filtri. E non è forse questa una critica alla società di oggi che insegue glorie, si illude di successi facili soprattutto grazie a un uso malato dei social network?

Lilley ha basato questa serie tv sui suoi precedenti lavori di successo come Summer Heights High (2007) e Angry Boys (2011). Anche se lo show è stato duramente criticato, alla luce del suo successo potrebbe presto prendere corpo una seconda stagione: in un’ultima classifica rilasciata da Netflix, è la sesta serie tv più vista in assoluto.