Tra i sei arrestati c'è anche Rita Fontana, la figlia trentenne dello storico boss palermitano Stefano Fontana (morto nel 2012) e uno dei fratelli, Giovanni
Investimenti mafiosi nella produzione e nella distribuzione di caffè in un inedito asse tra Milano e Palermo. Questo l’esito di un indagine che ha portato a sei arresti per i reati di riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, tutti con l’aggravante mafiosa. I finanzieri hanno portato alla luce una organizzazione finalizzata a gestire gli investimenti della famiglia mafiosa dell’Acquasanta-Arenella dei Fontana di Palermo, i cui vertici – usciti dal carcere – si erano stabiliti a Milano.
Sono state inoltre sequestrate anche due società, la “Cafè Moka special di Pensavecchia Gaetano e c. snc” e la “Masai caffè srl”. Secondo quanto riportato da Repubblica, le due società valgono un milione e mezzo di euro. Indagini bancarie e ricostruzioni patrimoniali hanno consentito di tracciare il rientro degli investimenti di capitali illeciti nella disponibilità dei Fontana, anche attraverso l’interposizione fittizia di diverse persone. Tra i sei arrestati c’è anche Rita Fontana, la figlia trentenne dello storico boss palermitano Stefano Fontana (morto nel 2012) e uno dei fratelli, Giovanni.
In manette è finito anche l’imprenditore Gaetano Pensavecchia. Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, era perfettamente a conoscenza delle dinamiche mafiose. Nelle intercettazioni diceva anche: “Ogni zona ha il suo parrino“. L’operazione è stata eseguita dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziario di Palermo in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata coordinati dalla locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia.