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Palazzo occupato, Acea presenta esposto Inquilini stanno col cardinale Krajewski: “Siamo pronti ad autodenunciarci tutti”

L'elimosiniere del Papa ha riportato l’elettricità in uno stabile occupato di via Santa Croce in Gerusalemme: "Da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c'è problema". Salvini: "Paghi anche bollette degli italiani". Lui: "L’ho fatto per i bambini, mi occupo dei poveri"

Sostenere l’irregolarità non è mai un buon segnale”. Matteo Salvini torna a criticare il cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere di Papa Francesco che ha pagato le bollette e riallacciato l’elettricità in uno stabile occupato di via Santa Croce in Gerusalemme, a Roma. “Visto che ci sono tanti italiani ed anche immigrati regolari che, anche se con difficoltà, le bollette le pagano. Ognuno fa quello che vuole, io da ministro dell’Interno garantisco le regole“, ha detto il vicepremier e leader della Lega, criticato da tempo per il suo atteggiamento indulgente sulla questione del palazzo occupato da Casapound in via Napoleone III, nella Capitale, in cui vivono alcuni dei dirigenti del movimento dei estrema destra con le loro famiglie.

“Abbiamo visto anche oggi che qualcuno è andato in un palazzo occupato a Roma a riattaccare la corrente elettrica perché c’era un debito da 300mila euro – aveva cominciato il segretario del Carroccio domenica sera durante un comizio a Settimo Torinese – Qualcuno che arrivava dal Vaticano, ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma io mi aspetto che dopo avere riattaccato la corrente elettrica questo qualcuno paghi i 300mila euro di arretrati e aiuti anche tutte le famiglie italiane in difficoltà, che non ce la fanno a pagare le bollette della luce, dell’acqua e del gas, senza occupare una casa. Perché ci sono tante persone che non occupano. Sarebbe bello fossero aiutati tutti, non solo quelli che occupano e infrangono la legge”.

“Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’è problema. Anzi, pagherò anche le sue, di bollette”, ha risposto il cardinale Krajewski in un’intervista al Corriere della Sera. “Non voglio che diventi una cosa politica – ha detto il prelato – Io faccio l’elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini. Intanto, hanno luce e acqua calda, finalmente. Adesso tutto dipende dal Comune, aspettiamo che riaprano gli uffici”.

“Mi assumo tutta la responsabilità. E non devo dare spiegazioni, c’è poco da darne”, afferma Krajewski. “Ci ricordiamo cosa accadde l’ultima volta che ci fu un blackout a Roma? Mancò la luce per poche ore e fu un dramma. Ecco, adesso s’immagini cosa può significare restare senza luce per sei giorni. Ci sono quasi cinquecento persone, in quel palazzo, un centinaio di bambini. Conosco la situazione da tanto tempo. Dal Vaticano mandavamo l’ambulanza, i medici, i viveri. Stiamo parlando di vite umane”.

“Questo non è certo l’unico caso”, prosegue il cardinale, in riferimento a quanto da tempo accade a Roma. “Sgomberi, famiglie che non hanno un posto dove andare, gente che fatica a sopravvivere. Roma è anche questo, basta andare a farsi un giro nelle nostre stazioni. Dove sono finiti i diritti umani dell’Europa? Se qualcuno non capisce questo, provi a staccare la corrente a casa sua per qualche ora e vedrà che cosa vuole dire”.

Questa mattina a Zingonia, nel bergamasco, Salvini è tornato sull’argomento: “Se in Vaticano qualcuno vuole pagare le bollette degli italiani in difficoltà ci diano un conto corrente che lo do a tanti sindaci, perché ce ne sono tanti”.

“Di fronte a un problema di salute e di vita delle persone, una risposta del genere non me l’aspettavo. Mi aspettavo ben altro, mi aspettavo un intervento suo, anche personale, all’interno di questo posto”, ha commentato suor Adriana Domenici, la missionaria laica che si è battuta per il ripristino dell’elettricità nel palazzo occupato. Secondo suor Adriana, Salvini dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi la situazione nel palazzo occupato: “Magari! Farebbe un’azione giusta anche per vedere come funziona l’occupazione, chi sono le persone all’interno, la loro storia, la loro vita”. Per la missionaria laica “le istituzioni devono rispondere a un problema così grave e diffuso. L’occupazione è diventata quasi una norma perché non c’è più possibilità di sopravvivenza – sottolinea – Se non fosse per la chiesa questa gente dove starebbe? Dove sarebbe se non ci fossero le mense, le offerte di vestiario?”.

Areti, la società di Acea che gestisce la rete di distribuzione della Capitale, ha presentato un esposto contro ignoti alle forze dell’ordine. L’atto è dovuto perché l’allaccio è abusivo e, sostanzialmente, il reato che si prefigura è quello di furto di energia. In attesa di decisioni, sottolineano le fonti, sarebbe fondamentale rientrare nello stabile per mettere in sicurezza la cabina.

Il contratto che regolava la fornitura di energia elettrica nello stabile occupato era “di salvaguardia“, ma nessuno, finora, aveva mai pagato le bollette. Il contratto di salvaguardia, come spiegano fonti di Hera Comm, la società emiliana attiva sul mercato libero anche a Roma e titolare del contratto intestato all’immobiliare proprietaria del palazzo, è un servizio che permette ai clienti che si trovano senza un fornitore di energia elettrica a mercato libero di continuare a ricevere la fornitura, purché regolari nel pagamento delle bollette. Questi contratti vengono aggiudicati dopo una gara pubblica ed Hera Comm era risultata aggiudicataria della gara per il servizio di salvaguardia elettrica nella regione Lazio. Dal momento dell’attivazione della fornitura, tuttavia, nessuno dello stabile Spin Time ha pagato le relative bollette. Per questo Hera ha ordinato ad Areti di interrompere la fornitura e la controllata di Acea ha eseguito, così come prevede la legge. Una settimana fa, al momento del distacco, Hera aveva annunciato che il servizio sarebbe stato ripristinato “quando le bollette saranno pagate”. Adesso, quindi, a valle della manovra potenzialmente pericolosa se non effettuata da personale abilitato, l’elettricità arriva con un prelievo indebito ai danni della stessa Acea.

“Nel caso in cui l’elemosiniere del Papa venisse denunciato, siamo pronti ad autodenunciarci tutti”, ha annunciato Andrea Alzetta di Spin Time Labs, il centro culturale polifunzionale che organizza attività nel palazzo occupato. “Il Cardinale Krajweski ha obbedito al Vangelo – ha aggiunto – ha guardato prima ai bisogni delle persone che soffrono. La legalità se non è collegata alla giustizia sociale è un contenitore vuoto”. “Faremo una raccolta firme perché se il cardinale Konrad sarà denunciato siamo pronti a autodenunciarci in sostegno al suo gesto di umanità”, fa eco Adriano Cava di Spine Time Labs, in vista dell’assemblea pubblica indetta per le 18. “Stasera faremo il punto di quanto successo e l’assemblea servirà ad avere la narrazione diretta di quanto accaduto”, ha continuato.

Anche gli inquilini stanno con il prelato: il suo è stato un gesto “rivoluzionario”, ma “non avevo dubbi che ci sarebbero state polemiche. Mi fa male che continuino a pensare che siamo degli illegali, abbiamo ridato vita a un palazzo abbandonato”, ha raccontato Sabina Aristarco, 50 anni, tra gli occupanti più colpiti, a causa dei suoi problemi respiratori, dal distacco della luce. “Siamo famiglie povere che non hanno alternative – continua sostenendo di aver chiesto un alloggio popolare 13 anni fa – Siamo entrati in un bene comune e visto che le istituzioni ci ignorano dobbiamo trovare un modo di vivere dignitoso”.