Nonostante il dimezzamento della mortalità infantile e del numero di minori tagliati fuori dalla scuola primaria, nonostante la vittoria contro la poliomielite, che negli anni 70 uccideva mezzo milione di minori ogni anno e i progressi fatti negli ultimi decenni, ancora oggi un bambino su due nel mondo è minacciato da guerre, povertà e discriminazioni. Mentre un bambino su cinque vive in aree di conflitto: sono 420 milioni, un numero in crescita di 30 milioni rispetto al 2016, che è raddoppiato dalla fine della Guerra Fredda ad oggi. Almeno 27 milioni, invece, sono quelli sfollati che, a causa della guerra, non hanno più accesso alle scuole. Solo nel 2017 sono stati bombardati oltre 1400 edifici scolastici.
In occasione dei cento anni dalla sua fondazione, che avvenne nel 1919 per portare aiuto alle vittime del primo conflitto mondiale, Save the Children lancia, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il nuovo dossier Stop alla guerra sui bambini. Un rapporto che racconta cento anni di storia segnati da emergenze umanitarie, in Italia e nel mondo. Ieri come oggi, a pagare il prezzo più alto sono sempre i più piccoli: dalle due Guerre Mondiali alla tragedia dei bambini del Biafra, dai conflitti in Vietnam e nella ex Iugoslavia al genocidio ruandese e alla terribile carestia degli anni ’80 in Etiopia, sino ad arrivare agli orrori dei giorni nostri in Siria e in Yemen.
LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO – Oggi circa 5,4 milioni di bambini sotto i cinque anni, perdono la vita ogni anno a causa di malattie facilmente curabili e prevenibili. Nel 2017 sono oltre 10mila i bambini che sono rimasti uccisi o mutilati a causa di bombardamenti, mentre si stima che almeno 100mila neonati perdano la vita ogni anno per cause dirette e indirette delle guerre, come malattie e malnutrizione. In Africa subsahariana e in Asia si calcola che fino a 500 milioni di persone siano attualmente esposte agli effetti dei cambiamenti climatici, spesso costrette ad abbandonare le proprie terre. Oltre un miliardo di bambini ogni giorno sono costretti a fare i conti con la povertà, anche nei Paesi più avanzati: in Italia sono 1,2 milioni quelli in condizioni di povertà assoluta.
LA GENERAZIONE PERDUTA – “Ad oggi è difficile stabilire quanti siano esattamente i bambini che a causa della guerra sono stati costretti a lasciare non soltanto le loro case – scrive Save the Children – ma anche la scuola, divenendo la ‘generazione perduta’ che senza educazione rischia di non poter contribuire alla ricostruzione del proprio paese al termine delle ostilità”. In Yemen, su un totale di 16mila scuole, alla fine del 2017 almeno 256 sono state totalmente distrutte a causa di bombardamenti aerei, 1.413 sono state parzialmente danneggiate e 686 sono state utilizzate come abitazione dalle migliaia di persone sfollate. Nel Paese sono più di due milioni i bambini fuori dal sistema educativo e due terzi degli insegnanti non ha ricevuto uno stipendio regolare negli ultimi due anni. Un dato simile a quello della Siria, dove 2,1 milioni di bambini sono fuori dal sistema scolastico. Stessa sorte per Paesi in cui i conflitti non sono contraddistinti dai bombardamenti ma dai gruppi armati, che colpiscono le scuole: in Sud Sudan, il 30% delle scuole è stato danneggiato, distrutto, occupato o costretto alla chiusura lasciando 2,2 milioni di bambini fuori dal sistema scolastico; nella Repubblica Democratica del Congo, in un conflitto lungo più di 20 anni, 1,9 milioni di bambini e bambine in età scolare non va più a scuola a causa del conflitto.
VIVERE DAVVERO SOTTO ATTACCO – Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei bambini in conflitto e in particolare sulla ‘generazione perduta’ che a causa delle guerre si vede negato il diritto all’educazione, dal 13 al 19 maggio presso il MAXXI di Roma, Save the Children organizza l’evento Tutti giù per terra, che sarà aperto al pubblico su prenotazione. Un’esperienza che permetterà di sperimentare in prima persona cosa significa essere un bambino in un Paese in guerra. I partecipanti saranno in un’aula e, guidati da una maestra, proveranno attraverso suoni, luci e odori, le paure che ogni giorno affrontano migliaia di bambini, costretti a vivere l’inferno in un normale giorno di scuola, a nascondersi sotto il banco, a fuggire.
LA RACCOLTA FONDI – Save the Children lancia anche la campagna di raccolta fondi attraverso il numero solidale 45533, attivo sino al 30 settembre, per dare protezione, cure e istruzione ai bambini scappati dagli orrori della guerra. Si possono donare 2 euro inviando un sms dal proprio cellulare oppure si possono donare 5 o 10 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa con TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali. Sempre da rete fissa è inoltre possibile donare 5 euro chiamando con TWT, Convergenze e PosteMobile.