Ultimo posto in classifica e retrocessione in Serie C. Il Tribunale Federale Nazionale della Figc riscrive la storia del campionato di Serie B e trascina il Palermo in fondo alla graduatoria per le irregolarità gestionali nell’era Maurizio Zamparini. Contestualmente la corte ha dichiarato inammissibile il deferimento nei confronti dell’allora presidente del consiglio di amministrazione del Palermo, per la violazione dei diritti di difesa in ragione dei tempi con i quali l’imprenditore – ancora oggi agli arresti domiciliari per la vicenda penale legata ai rosanero – è stato convocato dalla procura federale.
Come cambia la Serie B – Il Tribunale ha invece inflitto 5 anni di inibizione con preclusione ad Anastasio Morosi e 2 anni di inibizione a Giovanni Giammarva, rispettivamente presidente del Collegio sindacale e presidente del cda della società. Adesso la società ha 48 ore di tempo per presentare appello alla decisione della giustizia sportiva che riscrivere la classifica di Serie B. Allo stato attuale, infatti, il Perugia accede ai playoff per la Serie A. In coda, invece, non ci saranno novità, almeno a leggere l’indiscrezione pubblicata dall’agenzie di stampa. Secondo l’Ansa, infatti, il Consiglio direttivo della Lega Serie B dopo la sentenza del Tfn che ha disposto la retrocessione del Palermo, “ha deliberato all’unanimità di renderla immediatamente esecutiva e di procedere con le partite dei playoff con le date programmate lo scorso 29 aprile”. E fin qui nulla di strano. La novità, invece, riguarda le ultime della classifica: “Le quattro squadre retrocesse in C sono dunque Foggia, Padova, Carpi (come determinato dal campo), e Palermo (come deciso dalla giustizia sportiva)”. Niente playout, quindi: Foggia in terza serie, Salernitana e Venezia salve. Una decisione che creerà polemiche e ricorsi a catena.
Cosa dice la sentenza – Per il collegio giudicante, presieduto da Cesare Mastrocola, tra il 2015 e il 2018 Zamparini – accusato dai pm di falso in bilancio e autoriciclaggio – e la dirigenza hanno portato avanti una “sistematica attività volta ad eludere i principi di sana gestione finanziaria” così da riuscire a “rappresentare in maniera non fedele” il reale stato di salute delle casse societarie. In particolare, secondo il Tribunale federale, le “alterazioni” del bilancio al 30 giugno 2016 “hanno consentito di conseguire l’iscrizione al campionato di calcio 2017/18”. Il quadro si “evince dall’emblematica ricostruzione dei fatti come evidenziata negli atti penali”: Morosi e Gianmarva, “unitamente allo Zamparini”, hanno “ripetutamente perpetrato gli illeciti contestati” come dimostrato, secondo il Tfn, anche dalla “notevole mole di intercettazioni che hanno dato piena conferma dell’impianto accusatorio”.
La cessione del marchio – Tra le varie contestazioni, il Tribunale federale – che ha basato il suo giudizio sugli atti d’indagine della procura ordinaria – cita anche la “macroscopica vicenda” della plusvalenza iscritta a bilancio “per effetto della cessione” del Palermo Calcio della “partecipazione totalitaria della Mepal alla società anonima di diritto lussemburghese Alyssa che è risultata essere controllata, indirettamente, dalla stessa famiglia Zamparini a seguito di un contratto stipulato in data 30 giugno 2016″. Una operazione definita “fittizia” che però ha comportato per il Palermo una plusvalenza di quasi 22 milioni di euro frutto della differenza di valore tra il ramo d’azienda legato a marchio e accessori ceduto nel 2014 a Mepal per 18 milioni di vendita e il valore delle quote della Mepal ad Alyssa pari a 40 milioni.
L’elusione dei controlli Covisoc – Non solo. Perché “mediante gli artifizi contabili” l’allora dirigenza, scrive il Tfn, ha “inevitabilmente fornito false informazioni alla Covisoc” anche “ricorrendo a diversi espedienti al fine di eluderne il controllo”. In particolare, si legge nella sentenza, gli atti inviati alla Covisoc in occasione dell’ammissione al campionato 2017/18 “hanno consentito di occultare una situazione perdita di capitale societario rilevante ex art 2447 c.c. (riduzione di oltre un terzo del capitale e conseguenza necessità di un’assemblea per ricapitalizzare, nda) che avrebbe impedito l’iscrizione”. Riportando le parole del gip, i giudici sportivi spiegano che Zamparini “ha perseverato ben dopo la conoscenza dell’indagine penale, nei contegni illeciti, fornendo dal 3 agosto al 29 novembre, a seguito delle pressanti richieste di chiarimenti dell’organismo tecnico di vigilanza, informazioni sistematicamente reticenti, fuorvianti e finanche false ed altresì facendo in modo, d’intesa con Morosi, di calibrare i tempi per l’approvazione del bilancio al giorno successivo della visita ispettiva della Covisoc in modo da non dare loro i documenti”.