Nota dei deputati grillini: "Quanto è accaduto è un fatto molto grave perché si è deciso di negare al personale militare una tutela garantita a tutti i lavoratori". Il Partito democratico: "Le frizioni tra Salvini e il ministro Trenta cominciano ad avere concrete ripercussioni parlamentari. La crisi di governo è sempre più profonda"
Il Movimento 5 Stelle vota in un modo, la Lega di Salvini in un altro. Risultato: la maggioranza va sotto e l’opposizione grida alla crisi di governo. È quanto accaduto in commissione Difesa alla Camera, dove si è votato sulla richiesta di accantonamento dell’articolo 10 del provvedimento di libertà sindacale delle forze armate. “Le frizioni tra Salvini e il ministro Trenta cominciano ad avere concrete ripercussioni parlamentari. La crisi di governo è sempre più profonda” hanno sottolineato i deputati del Partito democratico. Lo scivolone dei gialloverdi, a sentire gli ambienti parlamentari del Pd, è dovuto a una spaccatura tra Lega e M5S nel merito della riforma. Ha scritto il dem Enrico Borghi su twitter: “Cronache dalla commissione difesa di Montecitorio: la maggioranza si spacca come una mela sulla legge per la libertà sindacale delle Forze Armate. Messa in minoranza (25 voti a 13) la relatrice del Movimento 5 Stelle. La Lega ha votato con tutte le opposizioni un emendamento Fi“.
Deputati grillini in commissione: “Quanto accaduto è molto grave”
Una spaccatura che da retroscena è diventata problema palese (l’ennesimo) quando gli appartenenti del M5s in commissione Difesa alla Camera hanno vergato una nota durissima: “Quanto è accaduto oggi in commissione Difesa alla Camera è un fatto molto grave perché si è deciso di negare al personale militare una tutela garantita a tutti i lavoratori – si legge nel comunicato stampa – Il MoVimento 5 Stelle aveva proposto un emendamento alla legge sulla rappresentanza sindacale dei militari che puntava a confermare la giurisdizione del giudice ordinario, in funzione di giudice del lavoro. Tutte le forze politiche – hanno fatto sapere i grillini – hanno votato un sub emendamento di Forza Italia che per quanto riguarda i diritti di questa specifica categoria di lavoratori, nega loro l’applicazione dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori”. Poi l’attacco: “In nessun modo questa norma per la tutela dei diritti sindacali avrebbe pregiudicato l’efficienza dello strumento militare – hanno aggiunto gli onorevoli M5s – Eppure da parte di tutti i partiti abbiamo trovato un muro nei confronti della nostra proposta. Ci auguravamo davvero di trovare l’appoggio dei nostri colleghi in commissione – hanno detto ancora – per approvare l’emendamento a firma del deputato Aresta e della relatrice Corda che voleva affidare alla giurisdizione del giudice ordinario tutte le controversie promosse dalle associazioni sindacali ex articolo 28 Statuto lavoratori nel rapporto di impiego del militare, in quanto dipendente pubblico non contrattualizzato, quando siano, al contempo, lesi i diritti del sindacato. L’unica soluzione giuridica accettabile per assicurare piena tutela. Il voto di oggi, invece – è l’accusa del M5s – è stato un segnale molto negativo per i militari e per le loro famiglie che noi speravamo di poter tutelare nei loro diritti”.
Il Pd ‘esulta’: “Maggioranza si spacca come una mela”
“La maggioranza si spacca come una mela sulla legge sulla libertà sindacale delle Forze armate. Messa in minoranza (25 voti a 13) la relatrice del Movimento 5 stelle. La Lega ha votato con tutte le opposizioni un emendamento FI”. Parola del deputato democratico Enrico Borghi della Presidenza del Gruppo. Al netto delle prese di posizione, la certezza è che anche su questo tema Lega ed M5s si sono divisi e per questo la maggioranza è stata battuta.