Giovanni Montinaro, figlio di Antonio, il poliziotto a capo della scorta di Giovanni Falcone ha scritto su Instragram all'attore Pierfrancesco Favino, interprete de Il Traditore di Bellocchio, che ha riposto: "Caro Giovanni credo di poterla rassicurare circa il desiderio, nella scelta della data, di omaggiare e ricordare quel giorno senza retorica e senza il desiderio di approfittare di un evento così tragico"
“È solo marketing, da orfano di quella strage mi permetto di scrivere che è decisamente offensivo“. Giovanni Montinaro, figlio di Antonio, il poliziotto a capo della scorta di Giovanni Falcone morto nella strage di Capaci, protesta contro la decisione di fare uscire in sala il film di Marco Bellocchio su Tommaso Buscetta proprio il giorno dell’anniversario dell’attentato, il 23 maggio.
Il Traditore è l’unica pellicola italiana in concorso al Festival di Cannes per la Palma d’oro e racconterà una parte della storia italiana ancora non del tutto chiara. Nei primi anni ’80 mentre era in corso una vera e propria guerra tra i boss della mafia siciliana per il controllo sul traffico della droga Buscetta, conosciuto come il “Boss dei due mondi”, fugge per nascondersi in Brasile e da lontano, assiste impotente all’uccisione di due suoi figli e del fratello a Palermo. Arrestato ed estradato in Italia dalla polizia brasiliana quello che di diventerà il primo pentito di mafia prenderà una decisione che cambierà tutto: decide di incontrare il giudice Giovanni Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.
Nel film il mafioso è interpretato da Pierfrancesco Favino. Ed è proprio a lui, su Instagram, che Giovanni Montinaro ha scritto la sua critica, aggiungendo: “Nulla di personale, da ignorante in materia, la considero un attore fenomenale”. L’artista, letto il commento, ha risposto: “Caro Giovanni credo di poterla rassicurare circa il desiderio, nella scelta della data, di omaggiare e ricordare quel giorno senza retorica e senza il desiderio di approfittare di un evento così tragico. Le assicuro anche che nel film non troverà niente che potrà farglielo pensare. La saluto con affetto e la ringrazio di avermi scritto”, ha assicurato Favino. La replica di Giovanni, a quel punto, è stata più conciliante: “Io ringrazio lei per la risposta e mi scuso, sicuramente era meglio un messaggio privato, ma deve comprendere, certi argomenti non mi permettono di riflettere. Le farò sapere che ne penso, per quello che può valere, comunque dopo il 23, capisce bene che quel giorno sono abbastanza impegnato. Saluti”.