Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro, effettuato a febbraio e pubblicato pochi giorni fa, a tre mesi circa dalle elezioni solo il 33% dei cittadini europei sapeva dire con esattezza la data del voto. In Italia, fino allo scorso febbraio, solo il 16% era certo di andare a votare. Una fascia più ampia (24%) era orientata sul “probabilmente”. Tuttavia l’Italia è l’unico Paese dell’Unione dove la fascia di under25 sicura di andare alle urne il 26 maggio supera, anche se di pochissimo, le fasce più adulte: 18% contro il 16%. Se domani venisse proposto nel nostro Paese un referendum simile a Brexit, il 49% voterebbe per rimanere, il 19% per lasciare l’Unione. Solo il 32% degli italiani intervistati pensa che il nostro Paese abbia un peso significativo all’interno dell’Unione, e solo il 41%, pesando vantaggi e svantaggi dell’appartenenza all’Ue, giudica di averne ricevuto beneficio. Meno del Regno Unito (54%). In cima all’agenda europea, il 62% degli intervistati crede che debbano esserci crescita e sviluppo, ma anche vere politiche migratorie.

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