Nell’epoca in cui trovare lavoro è un’impresa, tra coloro che stanno meglio ci sono i diplomati degli Istituti tecnici superiori (Its). L’80% di loro trova infatti un impiego entro un anno dal diploma e nel 90% dei casi in un’area coerente con il proprio percorso di studi. Secondo il Monitoraggio nazionale 2019 del Miur, quindi, solo un neodiplomato su cinque non è occupato. Di questi, il 10% non ha trovato lavoro, il 5% si è iscritto all’università, il 2% fa un tirocinio extracurricolare e il 3% è risultato irreperibile. A livello contrattuale, la metà circa degli neodiplomati è stato assunta con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato.
Per fare un confronto, l’ultima rilevazione disponibile del Miur sui laureati mostra che il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è al 71% per chi ha una laurea triennale e al 74% per chi ha una laurea magistrale. Soltanto per la metà dei laureati il titolo di studio conseguito è considerato “efficace” o “molto efficace” per il proprio lavoro.
Le aree tecnologiche che permettono di trovare lavoro più facilmente sono Mobilità sostenibile, con l’83,4% di occupati entro un anno e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82,5%). Tra gli ambiti del Made in Italy, invece, Sistema meccanica (91,9%) e Sistema moda (86,3%) ottengono i migliori risultati. Gli studenti degli Its sono per il 45% giovani di età compresa tra 20 e 24 anni e per un un terzo tra 18 e 19 anni, per lo più provenienti da istituti tecnici (63%).
Durante la conferenza di presentazione dei dati del Miur, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha detto che “gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano un segmento relativamente giovane del nostro sistema formativo, che ha già dimostrato di essere una punta di eccellenza: il numero degli iscritti a queste realtà aumenta di anno in anno, a testimonianza dell’alta qualità dell’offerta formativa e della garanzia di un quasi immediato ingresso nel mondo del lavoro”. Il ministro ha firmato un decreto che stanzia 32 milioni di euro alle regioni per finanziare gli Its poiché, ha detto, “il nostro Paese ha bisogno di tecnici qualificati in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo”.