Il gioco del ping pong prosegue, quasi estenuante. I due partiti di maggioranza si dividono a ogni curva, a ogni dichiarazione in agenzia, a ogni comizio, su ogni dossier. L’ultimo giro di accuse incrociate vede Matteo Salvini additare i Cinquestelle di “troppa sintonia” con il Pd e Luigi Di Maio rispondere al leader della Lega di non riconoscerlo più: “Si è tolto la felpa e ora difende la casta“. Anzi, di mezzo ora c’è pure lo spread (che oggi ha superato quota 280): di nuovo, il capo del Carroccio butta lì che si può superare il 3 per cento di rapporto tra deficit e Pil, ma anche il 130-140 per cento di debito; e quello del M5s che lo invita ad abbassare i toni usandone di inediti, utilizzando proprio l’argomento del “rischio dei mercati”: “Mi sembra abbastanza irresponsabile far aumentare lo spread in quel modo, come sta accadendo in queste ore, parlando dello sforamento del rapporto debito-Pil, che è ancor più preoccupante dello sforamento del rappoorto deficit-Pil. Questo è un Paese che ha 300 miliardi di evasione fiscale, un paese che ha grandi evasori da cui poter recuperare un sacco di risorse…”. Più chiaramente: “Prima di spararle sul debito-Pil mettiamoci a tagliare tutto quello che non è stato tagliato in questi anni di grande evasione, di spending review da un punto di vista strutturale anche degli enti locali che sprecano molto”.
Così, mentre la maggioranza parlamentare approva in via definitiva la riforma del voto di scambio e lo Sblocca-cantieri è incardinato ma ha di fronte oltre 1200 emendamenti (l’ok finale è rinviato a dopo le Europee), la ruota della campagna elettorale dei due leader continua a girare in direzione 26 maggio: i temi si rincorrono, dalla flat tax agli sgravi per le auto aziendali (Lega), dalle misure per la famiglia (con il M5s che accusa di plagio il ministro Lorenzo Fontana) al decreto Calabria della ministra della Salute Giulia Grillo. Resta solo da capire se c’è un modo per scoprire le loro carte: è una strategia per lasciare fuori dalla cornice le opposizioni, ormai diventate mini nel dibattito pubblico, oppure le fratture ci sono eppure dolorose?
A far pendere da una parte il barometro sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, conosciuto per la misura con cui usa le parole. E’ vero che è lui tra i primi ad essere arrivato al limite della pazienza con il M5s, gli chiede Bruno Vespa a Porta a Porta? “Non è che non è vero, certo è difficile e complicato. Alla fine uno è esausto e si lascia andare a questi stati d’animo”. “Questo stato” di conflittualità fra i due partiti “se continua dopo il 26 maggio è insostenibile – ha spiegato – ma sono convinto che dopo ci sarà un altro indirizzo per la convivenza e un altro metro di lavoro”. Tuttavia Giorgetti conferma che “Salvini e Di Maio non si parlano, si mandano i tweet e le raccomandate, ma si dovranno vedere lunedì in cdm. Sul tavolo ci saranno le nomine che sono in scadenza, poi il dl Sicurezza, che verrà discusso domani”. Fonti della Lega confermano che Salvini non sente Di Maio e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da dieci giorni, cioè dall’ultimo consiglio dei ministri sul caso del sottosegretario Armando Siri, “dimissionato” dal capo del governo. Conte ostenta tranquillità, partecipa a convegni, si sfila dalla campagna elettorale e dai suoi toni altissimi. E per il momento le sue capacità di mediatore tra i due vicepremier sono in stand-by. “Il governo lavora in piena sintonia – afferma – per realizzare progetti strategici, raggiungendo traguardi significativi per il rilancio del Sud”. E’ il Nord che invoca autonomia a sentirsi tradito, ribatte la Lega.
Nel merito del consiglio dei ministri, invece, Di Maio replica che all’ordine del giorno non ci saranno né flat tax né Autonomie e il decreto Sicurezza bis “lo devo leggere”. “Sto chiedendo da un mese un vertice di governo – incalza Di Maio – ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l’ha presa sul personale”. Il capo M5s, anzi, gira la questione: “Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa. Sono offesi per il caso Siri? Io lo rifarei altre cento volte”. “Non credo” che il Carroccio stia lavorando a far cadere l’esecutivo, “anche perché questo è l’unico governo possibile”. “Non credo nella malafede della Lega, non credo che in questo momento voglia far cadere il governo e mi auguro che la stessa fiducia si possa nutrire in noi da parte loro. Sono fiducioso che dopo il 26 maggio le cose si tranquillizzeranno”. Sembrano le stesse parole di Giorgetti. Tutto si ricomporrà, assicura. Ma a domanda sul voto a settembre risponde: “Sempre pronti”.
Politica
Salvini-Di Maio, lite anche sullo spread. Giorgetti: “Se litigiosità così anche dopo il voto, non si va avanti: è insostenibile”
I due leader della maggioranza non si parlano da dieci giorni e si lanciano messaggi a distanza. "Troppa sintonia col Pd" accusa il segretario leghista. "Si è tolto la felpa e difende la casta" replica il capo M5s. E scoppia un nuovo caso sui mercati finanziari: "Superiamo il 3%", "Irresponsabile". E il sottosegretario evoca per la prima volta le elezioni anticipate: "Noi siamo pronti"
Il gioco del ping pong prosegue, quasi estenuante. I due partiti di maggioranza si dividono a ogni curva, a ogni dichiarazione in agenzia, a ogni comizio, su ogni dossier. L’ultimo giro di accuse incrociate vede Matteo Salvini additare i Cinquestelle di “troppa sintonia” con il Pd e Luigi Di Maio rispondere al leader della Lega di non riconoscerlo più: “Si è tolto la felpa e ora difende la casta“. Anzi, di mezzo ora c’è pure lo spread (che oggi ha superato quota 280): di nuovo, il capo del Carroccio butta lì che si può superare il 3 per cento di rapporto tra deficit e Pil, ma anche il 130-140 per cento di debito; e quello del M5s che lo invita ad abbassare i toni usandone di inediti, utilizzando proprio l’argomento del “rischio dei mercati”: “Mi sembra abbastanza irresponsabile far aumentare lo spread in quel modo, come sta accadendo in queste ore, parlando dello sforamento del rapporto debito-Pil, che è ancor più preoccupante dello sforamento del rappoorto deficit-Pil. Questo è un Paese che ha 300 miliardi di evasione fiscale, un paese che ha grandi evasori da cui poter recuperare un sacco di risorse…”. Più chiaramente: “Prima di spararle sul debito-Pil mettiamoci a tagliare tutto quello che non è stato tagliato in questi anni di grande evasione, di spending review da un punto di vista strutturale anche degli enti locali che sprecano molto”.
Così, mentre la maggioranza parlamentare approva in via definitiva la riforma del voto di scambio e lo Sblocca-cantieri è incardinato ma ha di fronte oltre 1200 emendamenti (l’ok finale è rinviato a dopo le Europee), la ruota della campagna elettorale dei due leader continua a girare in direzione 26 maggio: i temi si rincorrono, dalla flat tax agli sgravi per le auto aziendali (Lega), dalle misure per la famiglia (con il M5s che accusa di plagio il ministro Lorenzo Fontana) al decreto Calabria della ministra della Salute Giulia Grillo. Resta solo da capire se c’è un modo per scoprire le loro carte: è una strategia per lasciare fuori dalla cornice le opposizioni, ormai diventate mini nel dibattito pubblico, oppure le fratture ci sono eppure dolorose?
A far pendere da una parte il barometro sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, conosciuto per la misura con cui usa le parole. E’ vero che è lui tra i primi ad essere arrivato al limite della pazienza con il M5s, gli chiede Bruno Vespa a Porta a Porta? “Non è che non è vero, certo è difficile e complicato. Alla fine uno è esausto e si lascia andare a questi stati d’animo”. “Questo stato” di conflittualità fra i due partiti “se continua dopo il 26 maggio è insostenibile – ha spiegato – ma sono convinto che dopo ci sarà un altro indirizzo per la convivenza e un altro metro di lavoro”. Tuttavia Giorgetti conferma che “Salvini e Di Maio non si parlano, si mandano i tweet e le raccomandate, ma si dovranno vedere lunedì in cdm. Sul tavolo ci saranno le nomine che sono in scadenza, poi il dl Sicurezza, che verrà discusso domani”. Fonti della Lega confermano che Salvini non sente Di Maio e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da dieci giorni, cioè dall’ultimo consiglio dei ministri sul caso del sottosegretario Armando Siri, “dimissionato” dal capo del governo. Conte ostenta tranquillità, partecipa a convegni, si sfila dalla campagna elettorale e dai suoi toni altissimi. E per il momento le sue capacità di mediatore tra i due vicepremier sono in stand-by. “Il governo lavora in piena sintonia – afferma – per realizzare progetti strategici, raggiungendo traguardi significativi per il rilancio del Sud”. E’ il Nord che invoca autonomia a sentirsi tradito, ribatte la Lega.
Nel merito del consiglio dei ministri, invece, Di Maio replica che all’ordine del giorno non ci saranno né flat tax né Autonomie e il decreto Sicurezza bis “lo devo leggere”. “Sto chiedendo da un mese un vertice di governo – incalza Di Maio – ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l’ha presa sul personale”. Il capo M5s, anzi, gira la questione: “Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa. Sono offesi per il caso Siri? Io lo rifarei altre cento volte”. “Non credo” che il Carroccio stia lavorando a far cadere l’esecutivo, “anche perché questo è l’unico governo possibile”. “Non credo nella malafede della Lega, non credo che in questo momento voglia far cadere il governo e mi auguro che la stessa fiducia si possa nutrire in noi da parte loro. Sono fiducioso che dopo il 26 maggio le cose si tranquillizzeranno”. Sembrano le stesse parole di Giorgetti. Tutto si ricomporrà, assicura. Ma a domanda sul voto a settembre risponde: “Sempre pronti”.
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Zingaretti nega soccorsi al M5s. E perde un’altra occasione per contare qualcosa
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.