Il gip di Milano Raffaella Mascarino ha concesso i domiciliari all’imprenditore Leonida Emilio Paggiaro, 79 anni, finito in carcere per corruzione – insieme ad altre 10 persone – nell’inchiesta sulle presunte tangenti in Lombardia. Una scelta dettata da motivi di salute: si tratta, finora, dell’unica richiesta accolta dal gip che ha firmato la misura dell’inchiesta che vede 43 misure cautelare, di cui 16 ai domiciliari. Dopo il no all’istanza di revoca dei domiciliari per il politico di Forza Italia Fabio Altitonante, il gip ha rigettato anche la richiesta per Sergio Salerno e Andrea Gallina, mentre sta ancora valutando le istanze presentate da alcune difese delle persone sottoposte nei giorni scorsi all’interrogatorio di garanzia.
Ieri si sono conclusi gli altri interrogatori. Alcuni non hanno risposto alle domande, altri invece si sono difesi a lungo. Le rivelazioni fornite dagli imprenditori ai pm della Dda milanese intanto potrebbero aprire nuovi fronti d’indagine. In particolare, da quanto emerge, il manager Luigi Patimo avrebbe reso “un lungo interrogatorio” in cui avrebbe risposto anche dell’episodio del presunto finanziamento illecito per la campagna elettorale del forzista Fabio Altitonante. Sempre secondo fonti qualificate c’è un “ritorno documentale” rispetto al coinvolgimento dell’imprenditore Daniele D’Alfonso – cui viene contestata l’aggravante mafiosa – nella presunta turbativa d’asta nell’appalto assegnato ad Acqua Novara. Si attende, ancora, invece, la decisione della Camera sulla misura dell’arresto chiesto per il deputato di Forza Italia Diego Sozzani. In vista del Riesame il consigliere lombardo Altitonante potrebbe chiedere un ‘alleggerimento’ della sua posizione rispetto all’accusa di corruzione per essersi interessato della pratica edilizia della moglie di Patimo, ex socio del sottosegretario leghista Armando Siri.
Altitonante è accusato di aver contattato il dirigente della direzione urbanistica del Comune di Milano Franco Zinna, indagato per abuso d’ufficio, (attualmente è stato spostato ad altro ufficio), il quale si è difeso davanti al gip “rispondendo in maniera articolata” e documentando – a quanto emerge – di non aver partecipato alla Commissione urbanistica nel giorno in cui si discuteva della pratica incriminata. Una pratica edilizia che ancora oggi non risulta sbloccata.