Fontana è stato sentito ieri dai pm della procura di Milano - Silvia Bonardi, Adriano Scudieri, Luigi Furno - per circa tre ore. I pm gli hanno contestato le circostanze emerse tra giovedì e venerdì scorso, quando almeno tre membri dello staff di presidenza, tra i quali anche il capo della sua segreteria politica Giulia Martinelli (ex compagna di Matteo Salvini), hanno accennato ai pm di aver saputo dallo stesso Fontana del "problema Marsico"
Sono stati gli stessi componenti della segreteria di Attilio Fontana ad aver spiegato ai pm – seppur tra mille distinguo – di aver sentito dallo stesso governatore il nome di Luca Marsico come quello di un problema da risolvere. E Fontana ha confermato: il giorno prima che la Regione Lombardia diramasse l’avviso d’interesse per i componenti del Nucleo valutazione investimenti (11.500 euro all’anno più 185 euro a seduta) il presidente incaricò un componente del suo staff di chiamare il suo ex socio dello studio per chiedergli di candidarsi. Poi lui stesso prese parte alla commissione che gli diede l’incarico.
A raccontarlo è il Corriere della Sera riportando i contenuti dell’interrogatorio del governatore, indagato per abuso d’ufficio. Fontana è stato sentito ieri dai pm della procura di Milano – Silvia Bonardi, Adriano Scudieri, Luigi Furno – per circa tre ore. “Ho chiarito tutto, sono più che sereno e ho chiarito quella che era la mia posizione”, ha detto all’uscita dagli uffici giudiziari da via Pace. I pm gli hanno contestato le circostanze emerse tra giovedì e venerdì scorso, quando almeno tre membri dello staff di presidenza, tra i quali anche il capo della sua segreteria politica Giulia Martinelli (ex compagna di Matteo Salvini), hanno accennato ai pm di aver saputo dallo stesso Fontana del “problema Marsico“. Tutto vero, ha confermato Fontana: è stato lui a indurre la candidatura di Marsico al Nucleo valutazione investimenti, giustificando il suo interessamento per l’ex socio – consigliere non rieletto con Forza Italia in regione – con la volontà di non perderne le competenze. E fu lui stesso, dunque, a decidere a priori d’incaricarlo tra i dieci nominandi.
Ma non solo. Fontana ha anche detto ai pm di essere stato lui a chiedere aiuto e consiglio a Gioacchino Caianiello, il ras di Forza Italia in provincia di Varese già condannato a tre anni per concussione. Perché il governatore parlava con un pregiudicato senza titolo a discutere di politica, incarichi e giunta? Perché la sua referente ufficiale – cioè coordinatore provinciale varesino Lara Comi- l’aveva invitato a rivolgersi al pregiudicato Caianiello. A leggere le intercettazioni era lo stesso Caianello ad aver avvisato Fontana del rischio che poteva rappresentare esporsi in prima persona in relazione alla risoluzione del problema di Marsico, “chiaramente alludendo – scrivono gli investigatori – alla inopportunità di nomine in favore di Marsico direttamente riconducibili al Presidente Fontana)”.“Io gli ho fatto: guarda tu questa cosa non devi fare, perchè domani mattina quando esce una cosa del genere la collegano a te, tu devi capire che sei nell’occhio del ciclone! Sei il Presidente della Regione Lombardia”.