Il clamoroso gesto di “disobbedienza civile” dell’elemosiniere del Papa che a Roma ha violato i sigilli per ridare corrente elettrica a un palazzo occupato, di sicuro ha suscitato molto più dibattito di quanto sarebbe stato se fossero stati silenziosamente saldati gli arretrati delle bollette.
Forse la volontà era proprio quella di mettere a segno un colpo di comunicazione, perché se è vero che gli occupanti del palazzo non avevano pagato la luce per ben 300.000 euro, è anche vero che la Chiesa Cattolica di bollette si potrebbe permettere di pagarne un bel po’, soprattutto in questo periodo di dichiarazione dei redditi.
E’ in queste settimane, infatti, che attraverso la devoluzione dell’8 per mille, la Chiesa rimpingua generosamente le sue casse: nel 2018 ha ricevuto oltre un miliardo di euro. Intendiamoci, non è quella cattolica l’unica Chiesa a nutrire il suo salvadanaio con l’8 per mille: l’elenco dei beneficiari autorizzati comprende altre 11 confessioni religiose, che vanno dai Valdesi ai Buddisti, agli Induisti.
Le somme – però – non sono nemmeno paragonabili e quasi sempre impiegate per uso sociale. La Chiesa Valdese – ad esempio – che lo scorso anno dall’8 per mille ha raccolto attorno ai 32 milioni, non trattiene per sé nemmeno un euro e redistribuisce tutto ad associazioni di qualsiasi orientamento, che presentino progetti sociali, rispondendo ad una sorta di bando. Tutto viene poi meticolosamente rendicontato e reso pubblico sul sito della Chiesa.
Le confessioni che dichiarano apertamente di utilizzare l’8 per mille per usi di culto sono quella Induista, Buddista, Ortodossa, Luterana e Apostolica, ma raccolgono cifre minime rispetto alle “concorrenti”.
La Chiesa Cattolica – in questo caso – oltre che ricca risulta piuttosto “birbante”. Dice e non dice, lasciando la destinazione del consistente bottino nell’ambiguità. Per il sostentamento del clero viene dichiarato l’utilizzo di circa il 35%, ma oltre il 40% viene impiegato per non meglio precisate “esigenze di culto”, tra le quali è compresa anche la costruzione di nuove chiese e la gestione del patrimonio.
Ma un po’ di bollette a immigrati bisognosi – in realtà – già le paga lo Stato che – forse ritenendo di svolgere anche un ruolo spirituale – si presenta come unico destinatario laico dell’8 per mille e si piazza subito dopo la Chiesa Cattolica facendo registrare un contributo di quasi 180 milioni.
Non ha sacerdoti né pastori da mantenere, ma l’utilizzo dei fondi ufficialmente viene disciplinato da una serie di leggi. La 222/1985 prevede «interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali». La legge 147/2013 ha aggiunto «ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica». Con la legge 45 del 2017 – però – l’8 per mille per i beni culturali sarà destinata fino al 2025 “alla ricostruzione e al restauro di beni culturali danneggiati o distrutti dagli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia dall’agosto 2016”.
Ma possibile che siamo un paese di contribuenti tanto generosi verso la Pubblica amministrazione e ancora più attenti al destino delle proprie anime? Possibile che così tante persone al momento di compilare il 730 siano colte da tale coscienziosità?
In effetti non funziona proprio così. L’assegnazione dell’8x mille è volontaria fino ad un certo punto, o meglio lo è solo se si esprime la propria preferenza. Altrimenti l’8 per mille viene comunque prelevato e finisce in un calderone che viene poi suddiviso in proporzione alle indicazioni fatte. Insomma fossero anche solo in dieci a indicare un qualsiasi destinatario tra quelli in elenco, a questo arriverebbero anche i soldi di tutti gli altri. In realtà appena il 44% dei contribuenti esprime un’opzione.
Si stima che Stato e Confessioni varie incassino così circa tre volte quel che verrebbe loro attribuito dalla scelte esplicite. Alla Chiesa cattolica va oltre l’80%.
Come spesso accade, è tra chi meno riceve che si trova il più virtuoso: le Assemblee di Dio e la Chiesa Apostolica rifiutano il contributo a pioggia e incassano solo quanto davvero destinato loro per scelta totalizzando un po’ più di un millesimo di quanto raccolto dai Cattolici.
Insomma non lo sappiamo, ma anche se non volessimo, tanto allo Stato che dà un mano a quelli che non pagano le bollette, quanto alla Chiesa che riattacca i loro contatori, tanto a chi adora Buddha, quanto a chi ritiene le vacche sacre, diamo ogni anno il nostro obolo. Miliardario.
Aggiornato da redazione web il 22 maggio alle ore 18