A quelli come noi, a quanti cioè preferiscono fare la spesa nelle botteghe di quartiere, dove la faccia dietro il bancone è sempre quella; dove si può parlare, chiedere ed eventualmente reclamare con qualcuno in carne ed ossa, preferibilmente affabile; dove troviamo uno/a con il quale si possa avere una certa familiarità e in ogni caso potergli dire e chiedere ciò che è bello e ciò che è brutto di quello che lui/lei vende e noi compriamo; insomma a molti tra noi la notizia che Conad acquisterà gran parte dei punti vendita Auchan, e in tal modo costituirà un supergruppo della grande distribuzione che fatturerà più di 17 miliardi di euro e da solo rappresenterà oltre il 14% dell’intero mercato, lascia totalmente indifferenti. Molti sono gli italiani che non amano la Gdo, ma il mercato in Italia va altrove e l’acquisto di Auchan ne è una prova.
Secondo l’ultimo rapporto di Mediobanca infatti – in linea generale – chi ha maggiori margini di guadagno in questo settore sono i punti vendita discount. I fatturati in tutta la Gdo in generale crescono nell’ordine del 4% e anche se i valori erano positivi rispetto agli anni precedenti, alla fine del 2017 (trend 2013-2017) i margini operativi medi erano calati, assestandosi in media sul 5,5%. È tuttavia dal Roe (ritorno sul capitale proprio) che si capisce dove sta andando il mercato: i discount hanno portato a casa quasi il 30% (Lillo-Lidl), mentre i più bravi della grande distribuzione (Esselunga, D.it [Sigma, Sisa etc.]) al massimo sono arrivati tra il 10 e il 15%. In generale – sempre secondo Mediobanca – “l’industria mostra segni di saturazione, abbinando la crescita delle vendite a rendimenti operativi calanti, che possono preludere a un quadro di consolidamento a discapito degli operatori meno performanti”, e qui appunto casca l’asino cioè arriva la vicenda della fusione Conad-Auchan. Il mercato è in una fase di ristrutturazione, cioè qualcuno farà qualche salto.
Auchan era in grave ed irreversibile crisi, verosimilmente non scollegata anche alla sua struttura prevalentemente orientata al modello Ipermarket (rivendite con oltre 2500 mq cdi superficie), in grave declino. L’acquisto del gruppo francese – anche se diluito in un modello quale è Conad non centralizzato – rifiutato da molti altri concorrenti, resta un azzardo, sul piano finanziario e soprattutto su quello occupazionale. Se Edgard Bonte, ad di Auchan, non ce l’ha fatta e ha deciso di mollare, è solo perché erano finite le risorse finanziarie o perché inevitabilmente aveva visto un futuro di sangue e sudore intollerabili?
Di fatto l’aspetto per noi più rilevante è che la soluzione dei problemi dei consumatori non può passare attraverso operazioni industriali e finanziarie di questo tipo. I consumatori vorrebbero cibi più sani, garantiti e possibilmente a prezzi equi, che consentano una distribuzione virtuosa di tutti i margini, lungo una filiera possibilmente corta. I consumatori non desiderano fake news, pubblicità martellanti che ci convincano dell’impossibile, di freschezze, qualità, e virtù inesistenti alla prova dei fatti. Il fatto poi che i consumatori italiani scelgano sempre più sulla base del prezzo più basso non è certo un buon segno, affatto. Certo, la perdurante crisi economica, che nessuno vuole vedere, ha la sua importanza.
Ma i consumatori italiani non sono così fessi e autolesionisti da fermarsi ai dati più superficiali. I prezzi sono “informazioni” come ha dimostrato Hayek, e la priorità ai prezzi vuol dire solo che in questo caso non c’è nulla di meglio di cui fidarsi. Significa che i consumatori non si fidano delle parole dolci e suadenti della pubblicità e vanno al sodo, all’unico dato certo che gli resta, l’etichetta del prezzo. A rischio che la qualità sia parimenti deficitaria, ma senza certezze anche su questo. Così possiamo dedurre che “trasparenza” nella Gdo dovrebbe essere la nuova parola d’ordine, sui prezzi, sui prodotti, sui margini.
Per incrementare le vendite probabilmente, ma anche per chiarire la ragione profonda di certi processi di fusione aziendale, le cui motivazioni più profonde restano ignote ai più.