“Prevediamo di investire circa 225 milioni di dollari entro la fine del 2020 e di avviare la produzione di nuovi veicoli nell’ultimo trimestre del 2020” presso lo stabilimento di Bursa, in Turchia: è quanto comunicato dalla Tofas, la joint venture creata da FCA e dalla compagnia turca Koç Holding e che si occupa della costruzione della Fiat Tipo in tutte le sue varianti di carrozzeria (compatta, berlina e station-wagon). I capitali, in arrivo entro fine 2020, consentiranno di rinnovare la linee produttive della fabbrica e, probabilmente, prepararla alla produzione della versione aggiornata della Tipo.
La notizia sembra poter mettere al sicuro il destino commerciale del modello che, piano industriale FCA alla mano, sarebbe destinato a non avere eredi dopo la generazione attuale. Eppure, i numeri di vendita della Tipo parlano di un veicolo di successo: pochi mesi fa, infatti, è stato superata il traguardo del mezzo milione di unità assemblate. Un risultato ottenuto in meno di tre anni dall’avvio delle catene di montaggio: tanto che la Tipo è nella top ten delle auto più vendute in cinque paesi europei, fra cui il nostro. Non solo, Tipo è pure la seconda vettura più globale di Fiat, con l’80% delle unità vendute nel mercato Emea (Europa, Medio Oriente e Africa).
Il segreto del suo successo risiede in un intelligente posizionamento di mercato – immediatamente sotto i prodotti generalisti più noti e sopra le concorrenti low-cost –, in una strategia commerciale aggressiva e nelle discrete qualità intrinseche in termini di spaziosità, comfort ed efficienza. La nascita della Tipo, come sottolineò Sergio Marchionne, ex amministratore delegato di FCA, è merito dell’ex capo del marchio Fiat nell’area Emea, Alfredo Altavilla: oggi il manager non lavora più nella multinazionali italoamericana (ha rassegnato le dimissioni subito dopo la nomina di Mike Manley al vertice di FCA).
Ora la previsione è che la Tipo possa rimanere in produzione almeno fino al 2024, anno in cui Tofas – che fabbrica la sua gemella del mezzo, la Aegea – prevede di arrivare a costruire complessivamente 1,45 milioni di Tipo, 150 mila in più rispetto a quanto inizialmente preventivato nel 2013. Giova ricordare che la fabbrica di Bursa ha una capacità annua di circa 450 mila pezzi e vi lavorano ben 9 mila persone: lo scorso anno vi sono state assemblate quasi 302 mila vetture, prevalentemente esportate all’estero. Motivi buoni per dar vita a una seconda generazione della Tipo, dopo il 2024?