Gli operatori della ong hanno intercettato un gommone a 30 miglia, circa 60 chilometri, dal Paese nordafricano. Ad annunciarlo è stata la stessa organizzazione con un tweet, concluso poi in polemica con il ministro Salvini: "Nel Mediterraneo stanno diminuendo i testimoni, non le partenze". Salvini: "Porti rimangono chiusi"
La nave di Sea Watch ha soccorso 65 persone a bordo di un gommone a 30 miglia, circa 60 chilometri, dalle coste libiche. Lo ha annunciato la stessa organizzazione non governativa con un tweet: “SeaWatch ha soccorso 65 persone da un gommone a 30 miglia (60 km circa) dalle coste libiche, avvistato da un aereo civile di ricognizione”, hanno scritto. Gli operatori hanno fatto sapere di aver provato a contattare e informare dell’intervento le autorità libiche, italiane, maltesi e olandesi, ma di non aver ricevuto alcuna risposta. “Nel Mediterraneo stanno diminuendo i testimoni, non le partenze”, hanno poi concluso in polemica con le recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che recentemente si è attribuito il merito del calo delle partenze dal Paese nordafricano grazie anche ai paletti imposti alle ong che operano nel Mediterraneo.
Nel comunicato diffuso dalla ong, si legge che molte delle 65 persone mostrano segni di sfinimento, disidratazione e mal di mare. Di queste, “undici sono donne, una persona è disabile, due sono neonati, cinque bambini e otto minori non accompagnati“.
Arriva subito la diffida di Matteo Salvini per impedire all’imbarcazione di effettuare gli sbarchi in un porto italiano: “Nave di ong tedesca, con bandiera olandese, raccoglie 65 immigrati in mare libico. Ho appena firmato una diffida ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane. I nostri porti sono e rimangono chiusi”, ha scritto su Twitter mentre stava presiedendo al Viminale il Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica.