Risale al novembre scorso l’abbattimento al quartiere Quadraro di 8 villini intestati a Luciano Casamonica e ai suoi familiari diretti. Ora il clan ha cominciato a distruggere le abitazioni fuori legge: è la prima volta in 40 anni. Se si tratta di casi isolati o di un cambio di strategia per evitare clamori mediatici e multe salatesarà solo il tempo a dirlo. Anche perché il patrimonio abusivo della famiglia è vasto
I Casamonica ora si abbattono gli abusi edilizi da soli. A loro spese, senza attendere le ruspe del Comune di Roma. Due ville, una alla Romanina e l’altra a Capannelle (quadrante est della città) ridotte in macerie nel giro di 6 mesi, la cui demolizione è stata certificata dai verbali della Polizia di Roma Capitale. Un’altra dove le ruspe sono attualmente in azione. Una strana novità per la Capitale, dove il clan si è parecchio indebolito sotto i colpi degli arresti degli ultimi 2 anni, delle inchieste della procura di Roma, dei sequestri. A questi si aggiunge l’azione del Campidoglio e, soprattutto, del Municipio VII, con il blitz del novembre scorso al Quadraro e l’abbattimento di 8 villini intestati a Luciano Casamonica e ai suoi familiari diretti. Di certo, in 40 anni di contestazioni e ordinanze di demolizione notificate dal Municipio agli appartenenti del clan, pare non esserci notizia di auto-abbattimenti, specie nelle roccaforti come La Romanina. Se si tratta di casi isolati, di un cambio di strategia del clan per evitare clamori mediatici e multe salate o, semplicemente, del segno di un cambiamento di rotta, sarà solo il tempo a dirlo.
I VILLINI ABBATTUTI: UNO È DI “NONNO NANDO” – Gli abusi edilizi in questione si trovano non distanti dal Roxy Bar, dove il 1 aprile 2018 i cugini Antonio Casamonica e Alfredo Di Silvio aggredirono l’esercente Marian Roman e una donna che aveva cercato di difenderlo. I verbali di ottemperanza all’ingiunzione a demolire, di cui ilfattoquotidiano.it è entrato in possesso, sono due e riguardano altrettante ville al civico 52 di via Domenica Baccarini ed al numero 100 di via Lucrezia Romana. La prima era intestata a Consilio Casamonica, 21 anni, e i responsabili risultano essere Adele Casamonica, 42 anni, e Nando Casamonica, 78 anni. Quest’ultimo è il nonno degli aggressori del Roxy Bar, a processo insieme ai nipoti per le presunte minacce alla moglie del titolare, Roxana Roman, alcuni giorni dopo l’aggressione dei giovani. L’anziano è ai domiciliari e nel febbraio scorso è stato anche denunciato per evasione per “essere uscito a comprare le sigarette”. La seconda palazzina appartiene ad Abramo Di Guglielmi, 45 anni, figlio del più noto Consiglio Di Guglielmi, 67 anni, conosciuto come “l’ottavo re di Roma”, cui la Guardia di Finanza nel gennaio scorso ha sequestrato beni mobili e immobili all’interno di un’operazione da 2,4 milioni di euro. Proprio Consiglio era il custode giudiziario del manufatto sotto sequestro della Polizia Locale. Sebbene le prime contestazioni dei vigili urbani risalgano agli anni ’90, a buon fine sono andate le ultime ordinanze di demolizione, firmate dagli uffici municipali rispettivamente il 3 dicembre e il 6 dicembre 2018, pochissimi giorni dopo l’esecuzione del blitz al Quadraro (datato 20 novembre).
LE ALTRE VILLE ABUSIVE ALLA ROMANINA – Ma il patrimonio abusivo dei Casamonica alla Romanina è vasto. E le ordinanze di demolizione a carico del clan sono diverse. Sempre in via Baccarini c’è il villone da 110 mq per 4 metri di altezza intestato a Loreta Casamonica, la cui disposizione di sospensione dei lavori risale al 1994 (n. 1197). Al civico 52 altre due ville. La prima, da 140 mq intestata a Francesca Casamonica, è stata costruita fra il 1984 e il 1989 e nonostante i sequestri e le ordinanze di demolizione 141 e 143 del 1992 è ancora in piedi. L’altra è una “reggia” da tre piani da 220 mq ciascuno, con tanto di portico da 70 mq e dependance da 60 mq, il tutto intestato a Maria Spada (“coniugata Casamonica”) e costruita fra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80. Altro edificio in via Baccarini 58, 65 mq intestati a Raffaella Casamonica, mentre in via Salvatore Barzilai 116 sorge l’abitazione da 400 mq intestata a Giovina Spinelli e abitata da Antonietta Spinelli e Dante Di Silvio, i cui abusi sono stati certificati fra il 1982 e il 1983. In quest’ultimo caso, era stato alzato un muro di recinzione in tufo che aveva invaso un metro di marciapiede, portando allo spostamento della fermata dell’autobus di alcune decine di metri. Infine, il “fondo agricolo” di via Fratelli Marchetti Longhi, nella vicina Grotta Perfetta, su cui sono stati costruiti sette mini appartamenti che i proprietari affittano prevalentemente a stranieri.