Il rendimento dei Btp è salito fino al 2,8%, ai massimi da febbraio, mentre per tenere in portafoglio gli omologhi tedeschi gli investitori sono disposti a rimetterci. Due report individuano la responsabilità nelle dichiarazioni del ministro dell'Interno. Tria: "Nervosismo ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee". Di Maio: "Non voteremo mai una legge di bilancio che farà aumentare il debito pubblico"
Sale la tensione sullo spread che si allarga fino a superare i 290 punti base prima di ripiegare e chiudere a 284 punti, rispetto ai 280 di martedì. I rendimenti dei Btp decennali italiani sono arrivati fino al 2,8%, il massimo da fine febbraio. Mentre i Bund tedeschi risultano evidentemente sempre più attraenti come porto sicuro per gli investitori, disposti a pagare per averli: da dieci giorni il tasso di interesse è sottozero e mercoledì è crollato fino a -0,12%, il minimo dal 2016. Unicredit e Mps, in due distinti report, mettono nero su bianco il nome del responsabile: Matteo Salvini.
Gli istituti puntano il dito contro il ministro dell’Interno, già accusato da Luigi Di Maio di far salire il differenziale con “sparate irresponsabili” che mettono a rischio l’economia. Una posizione ribadita anche in serata dal leader del Movimento 5 Stelle, che durante la registrazione di Porta a Porta ha sottolineato: “Non voteremo mai una legge di bilancio che farà aumentare il debito pubblico” ha detto il capo politico M5s, secondo cui “dopo il 26 maggio inizierà il lavoro sulla legge di bilancio, serve responsabilità, da lì fino a dicembre dobbiamo trovare soldi per non aumentare l’Iva che non aumenterà“.
Le accuse di Unicredit e Monte dei Paschi
“I Btp sono stati sotto pressione dopo i commenti di Matteo Salvini sul deficit”, sostiene piazza Gae Aulenti. E il Monte dei Paschi conferma: “Rimangono sotto pressione i Btp dopo alcune dichiarazioni del vicepremier, Salvini, sul fatto che il governo potrebbe sforare il deficit del 3% con la prossima legge di bilancio”. Unicredit nota che i prezzi sono sotto pressione (e i rendimenti salgono di pari passo) per una combinazione di fattori, fra cui “un peggioramento dell’appetito per il rischio a livello globale, così come la prudenza degli investitori in vista delle elezioni per il Parlamento europeo“. Il leader leghista però rincara: “Lo spread? Viene prima il lavoro. Se per ridare il lavoro bisogna discutere di vincoli europei che non funzionano, bisogna farlo”. Anche Di Maio dal canto suo ribadisce che la prioritè “far aumentare il salario degli italiani non lo spread, e su questo aspetto risposte dalla Lega”.
Intanto il ministro dell’Economia Giovanni Tria getta acqua sul fuoco affermando che “il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee. Ingiustificato perché gli obiettivi di finanza pubblica del governo sono quelli proposti dal governo stesso e approvati dal parlamento con il Documento di economia e finanza”.
La debolezza sul fronte obbligazionario ha contagiato anche la Borsa: Piazza Affari è stata in rosso per tutta la seduta e ha chiuso a -0,14%, unica tra le principali piazze europee che al contrario hanno registrato rialzi aggrappandosi all’ottimismo del presidente Usa Donald Trump sulla possibilità di chiudere positivamente i colloqui con la Cina sul fronte commerciale.