Uno stop così deciso ai rincari autostradali non si era mai visto. Il ministro Danilo Toninelli, come promesso, ha azzerato gli aumenti 2019 sul 90% della rete. Ma nel restante 10 per cento di autostrade autorizzate a ritoccare i pedaggi – che include pur sempre 11 concessionarie su 26 – ce ne sono diverse che fanno capo al blocco Gavio-Intesa Sanpaolo, infrastrutture sulle quali la Lega ha più di un interesse. Non se ne sono accorti in molti. Forse uno dei tanti tributi che i 5 Stelle hanno pagato al Carroccio, anche in termini di consenso.
Da me interpellato, il ministero delle Infrastrutture ha così risposto: “Le poche tratte autostradali su cui sono scattati adeguamenti tariffari riguardano soprattutto il quadrante Nord-Ovest, non tanto la Lombardia. E vedono il mero riconoscimento degli investimenti realizzati secondo i piani finanziari prestabiliti. Anche al Gruppo Gavio era stata chiesta una sterilizzazione, sulla quale è giunto al Mit riscontro negativo. Rimane, ancora per il futuro, il nostro impegno a mitigare il più possibile la dinamica degli incrementi”.
Tra queste c’è Brebemi, la direttissima Brescia-Bergamo-Milano controllata da Intesa Sanpaolo: ha ottenuto un incremento tariffario del 4,19%. Spinta dal Carroccio, che gode di un posto fisso nel consiglio di amministrazione della capogruppo Autostrade Lombarde, l’arteria continua a perdere soldi grazie a un traffico drammaticamente al di sotto delle previsioni e agli interessi che deve pagare sul debito monstre di 1,8 miliardi. Una parte di quel debito fa capo proprio a Intesa, che oltre a incassare interessi fuori mercato al 7%, ha beneficiato di un generoso contributo pubblico (320 milioni) che ha puntellato i conti della società.
Ma il grosso del prestito (1,5 miliardi) viene da Cassa depositi e prestiti e Banca europea per gli investimenti, cioè due banche pubbliche garantite dallo Stato, che si sono accollate i rischi. Finora le perdite, a quota 190 milioni, sono state coperte dai soldi pubblici. Poi si vedrà, vista l’intenzione della banca di vendere al più presto al miglior offerente, possibilmente con un bilancio non proprio disastroso e con pedaggi, appunto, appetibili. E non è certo usuale che un gruppo globale come Intesa metta a libro paga due leghisti di razza come Andrea Mascetti, avvocato varesino, amministratore in Autostrade Lombarde e in due filiali della banca a Lugano e Mosca, e Carlo Piatti, già assessore a Varese nella giunta di Attilio Fontana, entrato due anni fa nel consiglio di Finacière Fideuram.
Poi c’è Pedemontana, controllata da Serravalle e, dunque, dalla giunta lombarda di Attilio Fontana. Entrambe hanno ottenuto aumenti, rispettivamente, del 2,62% e dell’1,2%. Ma l’anno scorso Serravalle – che gestisce le tangenziali milanesi e la Milano-Genova – ottenne un incremento record di oltre il 13%, che diede un po’ di ossigeno ai bilanci della concessionaria, scompaginati dai buchi dell’incompiuta Pedemontana.
Secondo azionista di quest’ultima è ancora Intesa Sanpaolo, mentre nella compagine di Serravalle spicca il gruppo Gavio, secondo azionista dopo la Regione: soci di peso che potrebbero mettere in sicurezza Pedemontana, alla ricerca disperata di finanziamenti (2,4 miliardi) e di capitali freschi (300 milioni). La questione è seria e se entro settembre del 2019 non si troveranno i soldi – come da convenzione – la società rischia di chiudere, stavolta per davvero.
Un’eventualità nemmeno ipotizzabile dalla giunta leghista di Palazzo Lombardia, che ha fatto di quell’autostrada un vessillo. E coincidenza vuole che i maggiori incrementi tariffari si concentrino proprio sulle tratte del gruppo di Tortona: Sitaf (Torino-Bardonecchia) +6,71%, Autostrada dei Fiori Torino-Savona +2,22%, Autocisa +1,86% e Salt (ligure-toscana) 1,86%.
D’altro canto si deve alla diarchia Intesa-Gavio il salvataggio di altre due autostrade eccellenti in terra lombarda, sulle quali la regione ci aveva messo la faccia: la citata Brebemi e la Tangenziale Est Esterna. Ma l’apporto di Gavio sarà determinante in un’altra operazione, che sembrava morta per mancanza di fondi: l’autostrada Cremona-Mantova. Il governatore Fontana è riuscito nella difficile riesumazione promettendo 400 milioni direttamente dalle tasche dei lombardi, su un’opera di almeno 1 miliardo.
A realizzarla sarà Centropadane (69% enti locali, soprattutto Brescia, e 24% Gavio) e a quel punto tanto varrà prolungare anche la perpendicolare Tirreno-Brennero, ferma al primo lotto, oltre 3 miliardi e totale appannaggio dell’Autocisa di Gavio. Anche qui il ruolo di Intesa sarà prezioso sul fronte dei finanziamenti privati. Altre coincidenze? Tante, troppe.