L’ufficialità della sua candidatura a sindaco di Cagliari era arrivata appena due giorni fa, il 14 maggio. Oggi, a distanza di neanche 48 ore, il suo nome e la lista a lui collegata sono scomparsi dagli elenchi pubblicati sul sito del M5s per le elezioni amministrative del 2019. Alessandro Murenu non è più candidato alla poltrona di primo cittadino del capoluogo sardo. Il mistero sulla sparizione è durato poco. Il Movimento 5 Stelle infatti ha fatto sapere di aver revocato la certificazione del simbolo. La motivazione ufficiale? Sul cardiochirurgo dell’ospedale Brotzu, nelle ore scorse, si era scatenata una bufera “social” su due post contro le unioni civili e l’aborto. Frasi e posizioni intollerabili per i pentastellati: “Ci sono valori che fanno parte del Dna del MoVimento, come l’idea di una donna che ha diritti e doveri identici a quelli dell’uomo. Nel lavoro, in famiglia, in amore. Ribadiamo – hanno spiegato i grillini – che siamo lontani anni luce dalle posizioni espresse al congresso di Verona e oggi prendiamo le distanze da quanto affermato dal candidato a sindaco di Cagliari Alessandro Murenu. Chi vuole associare rivendicazioni come quelle espresse a Verona contro la donna al simbolo del MoVimento, si sbaglia di grosso ed è fuori dal nostro progetto”. “Ci vuole rispetto per la donna, ma soprattutto coerenza – hanno aggiunto dal M5s – La lista non era stata ancora depositata. Al candidato sindaco è stata revocata la certificazione e inibito l’uso del simbolo. Non ci saranno candidati sindaci a Cagliari“.
Il nome di Murenu sparito dal sito con l’elenco dei candidati
Già dalla mattinata, del resto, il fatto non era passato inosservato: nella pagina web si parla di “Sardegna – tot liste 4″, e nella griglia sotto il link sono indicati in ordine alfabetico i Comuni con più di 15mila abitanti dove si vota il 16 giugno con relativo candidato sindaco a fianco. Tutti (Alghero, Monserrato, Sassari e Sinnai) tranne Cagliari, presente sino alle 17.30 di ieri. Tutto questo avviene a due giorni dalla scadenza del 18 maggio alle 12 fissata per la presentazione delle liste nell’ufficio elettorale della Corte d’Appello. Nel primo pomeriggio, poi, la notizia della revoca, che ripropone quanto accaduto in occasione delle regionali del 2014 quando i grillini rinunciarono alla corsa. La scelta dello staff nazionale di mettere in discussione il nome di Murenu, come detto, è collegata alle polemiche che, nei giorni scorsi, sono infuriate per la “reputazione web” del dottore. Nel suo profilo Facebook – che ieri il diretto interessato ha provveduto a rimuovere – erano presenti una serie di post che hanno scatenato furiose reazioni sui social: uno antiabortista (“chiamare l’aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione un diritto dell’uomo”) e uno contro le unioni civili gay (“non possono essere ritenute omogenee al matrimonio“).