Uno dice all’altro di occuparsi dei morti sul lavoro. L’altro replica bollandolo come “inumano” e invitandolo a “fare di più sui rimpatri“. Ennesima giornata di scontro a distanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Nel giorno dell’inchiesta anti corruzione che ha portato all’arresto del sindaco leghista di Legnano , i due vicepremier continuano a polemizzare su tutto alzano il livello dello scontro in piena campagna elettorale. Posizioni opposte anche sulla stessa inchiesta della procura di Busto Arsizio, visto che Di Maio parla di “nuova tangentopoli” e Salvini dice di fidarsi “dei suoi uomini e dei magistrati”.
I leader di M5s e Lega, però, litigano su tutto, rinfacciandosi a vicenda i rispettivi settori di competenza al governo. “I morti in mare sono diminuiti, i morti in Italia sono diminuiti, perché sono diminuiti i reati e gli omicidi, purtroppo sono aumentati i morti sul lavoro, però sono sicuro che il ministro del Lavoro si occuperà anche di questo quando avrà finito di insultare coloro che lavorano con lui”, attacca Salvini. “A proposito dei morti sul lavoro, trovo davvero triste e inumano che si arrivi a fare campagna su un tema del genere. Fermo restando che i numeri diffusi da qualcuno sono sbagliati e che sono stato io a potenziare l’ispettorato del Lavoro”, replica Di Maio. Che poi torna a criticare il decreto sicurezza bis del Viminale: “L’idea di un decreto sicurezza bis se c’è è perchè si è dimenticato qualcosa nel primo decreto”, ha detto il leader del M5s. Ripetendo che il governo “deve fare molto di più sui rimpatri perchè per quanto riguarda gli sbarchi e le partenze” tutto sta funzionando “ormai arrivano in pochissimi sulle nostre coste”. Di Maio attacca anche su un altro provvedimento simbolo del Carroccio: l’Autonomia regionale: “Così come è concepita spacca l’Italia in due, e non credo che neanche i cittadini del Nord lo vogliano”.
A stretto giro il segretario della Lega risponde e alza il tiro: “A me spiace perché gli insulti delle opposizioni, di Renzi, di Zingaretti, gli attacchi della Boldrini ci stanno, ma gli insulti quotidiani di Grillo e degli alleati mi spiacciono perché io sono fedele, mantengo la parola. Lavoriamo insieme da quasi un anno e non capisco perché per Grillo e Di Maio io sia diventato il male assoluto“. Il riferimento è per l’intervista di Beppe Grillo a Sette in cui il fondatore del M5s dice: “Ritengo le idee di Salvini allo stesso livello dei dialoghi di uno spaghetti western. Lo manderei a calci a fare il suo lavoro al Viminale; però siamo al Governo, dobbiamo essere più consapevoli”. Parole sulle quali è intervenuto lo stesso Di Maio: “Voglio dire all’amico Salvini: non c’è nessun attacco nei tuoi confronti, Grillo lo conosciamo… Ironizza su di me, su di te, non c’è da prenderla sul personale, però mettiamo fuori chi sbaglia”, ripete riferendosi al sindaco di Legnano arrestato.
E se il tenore dello scontro è sempre più alto, visto che il voto delle europee si avvicina, entrambi i vicepremier escludono l’ipotesi di non governare più insieme: “La Lega vuole continuare a lavorare, se i Cinque stelle vogliono continuare a litigare o hanno nostalgia di accordi con la sinistra lo dicano chiaramente. Se Di Maio e Grillo pensano di andare avanti insultando me e la Lega e l’Italia tutti i giorni, non penso sia cosa utile”. Di Maio butta acqua sul fuoco: “Ci saranno sempre discussioni, ma abbiamo tutti e due la consapevolezza che bisogna andare avanti per portare a termine questo contratto di governo. Dobbiamo andare avanti altri quattro anni, il nostro obiettivo è questo Lega e M5s sono forze politiche con differenze e divergenze, ma che sanno di dover fare cose nel breve, medio e lungo termine”.