L’ex capo politico dell’ormai disciolta organizzazione separatista basca Eta, Jose Antonio Urrutikoetxea Bengoetxea, meglio conosciuto come Josu Ternera, è stato arrestato stamattina in Francia. L’operazione, il cui esito è stato annunciato dal ministro dell’Interno spagnolo, è avvenuta “nelle prime ore del mattino di oggi a Sallanches, nelle Alpi francesi” e ha messo fine a una latitanza che andava avanti dal 2002.
L’operazione, ribattezzata “infanzia rubata”, in riferimento all’attentato del 1987 ideato da Ternera nelle caserme di Saragozza nel quale morirono undici persone, tra cui sei minori. Era stato proprio lui, oggi gravemente malato, a registrare la dichiarazione finale con cui l’organizzazione aveva annunciato la fine dell’organizzazione.
L’Euskadi ta Askatasuna, meglio conosciuta come Eta, aveva annunciato lo scioglimento dell’organizzazione nel maggio 2018, dopo una tregua permanente con il governo di Madrid che durava dal 2011. Così, dopo 60 anni di scontri, attentati e dopo 853 vittime, l’accordo di un anno fa aveva messo fine a una delle pagine più sanguinose della storia contemporanea spagnola. “Abbiamo causato molto dolore e danni irreparabili. Vogliamo mostrare il nostro rispetto per i morti, i feriti e le vittime delle azioni dell’Eta. Siamo sinceramente pentiti“, avevano scritto i vertici dell’organizzazione in una lettera alle famiglie delle vittime. Madrid, però, aveva assicurato che le indagini sui responsabili sarebbero andate avanti nonostante la pace: “Le indagini sui crimini irrisolti continueranno – avevano detto – L’Eta non ha ottenuto nulla con la promessa di fermare gli omicidi e non ottiene nulla annunciando quella che chiama la dissoluzione”. L’arresto di Ternera lo dimostra.