Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l’inverno, ma l’inverno che causa la neve (Paracelso)
“Il cambiamento climatico ha certamente svariate conseguenze sulla salute umana, sia dirette sia indirette; inoltre, gli effetti del cambiamento climatico sulla salute possono manifestarsi a breve come a lungo termine. Si stima infatti che, a livello globale, nel 2000 si siano verificati circa 150mila decessi a causa del cambiamento climatico. Secondo un recente studio dell’Oms, entro il 2040 siamo destinati a raggiungere i 250mila decessi l’anno. Dunque, si può concludere che gli eventi meteorologici estremi siano già tra i principali fattori del cambiamento climatico che interessano la salute pubblica. Inoltre, la mortalità dovuta alle ondate di calore e alle alluvioni è destinata ad aumentare, in particolare in Europa. Infine, i mutamenti previsti nella distribuzione di patologie trasmesse da vettori causeranno anch’essi importanti conseguenze sulla salute umana (…) Vi sono inoltre altri rischi indiretti per la salute, dovuti soprattutto al deterioramento e alla contaminazione dell’ambiente: ad esempio, le inondazioni possono trasportare agenti inquinanti e chimici provenienti da strutture industriali, acque reflue e di fognatura, causando la contaminazione di acqua potabile e terreni agricoli. Quando le acque nere e industriali non vengono accuratamente smaltite, le acque di straripamento o le più cospicue acque di dilavamento possono portare agenti contaminanti ai laghi e al mare, e alcune di queste sostanze possono entrare nella nostra catena alimentare” (Agenzia europea ambiente).
Va ancora meglio specificato che gli eventi climatici estremi, accompagnati dai fenomeni di progressiva siccità con la riduzione complessiva della quantità di pioggia caduta, comportano pure un progressivo incremento delle concentrazioni di tossici ambientali sversati nei terreni e/o nelle acque delle zone altamente industrializzate del Paese, come le Terre dei Fuochi sia al sud che nel nord Italia.
Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto (Paracelso)
Risulta sempre più evidente il grave danno da inquinamento da tossici ambientali delle falde acquifere nelle zone ormai universalmente denominate “Terre dei Fuochi”. Esse sono tutte quelle zone industriali o identificate come principali sedi di trattamento non solo di rifiuti urbani ma soprattutto di rifiuti speciali e industriali, come ad esempio la provincia di Brescia al Nord e le province di Napoli e Caserta al Sud.
La pioggia è in costante diminuzione anche comprendendo questo anomalo mese di maggio 2019, con non oltre il 60% complessivo del fabbisogno idrico necessario su base annua per affrontare anche la prossima estate 2019 in serenità in tutta Italia. La produzione industriale di rifiuti speciali e tossici da attività manifatturiere, sia pure con tutti i problemi attuali, risulta invece in costante – anche se non elevato – incremento.
Da un lato quindi il nostro patrimonio e i depositi di acque meteoriche e di falda diminuiscono sempre più. Dall’altro, l’attività industriale manifatturiera in costante incremento determina una produzione di rifiuti industriali e tossici sempre maggiore che, sia se sversati illegalmente sia legalmente ma in eccesso, certamente possono inquinare le acque di falda superficiale in concentrazioni sempre maggiori, con grave nocumento alla salute pubblica.
Se la pioggia si riduce al 50%, tutti gli inquinanti tossici ambientali obbligatoriamente si concentreranno al doppio! Dobbiamo fare quindi, e con estrema urgenza, molto di più e molto meglio per la tutela delle nostre acque, non soltanto per mantenerne qualità e quantità a fini della potabilità, ma anche e soprattutto per evitare che le nostre acque superficiali e di falda si riducano sin quasi a scomparire, accompagnandosi pure a una sempre maggiore concentrazione di tossici ambientali pesantemente inquinanti nel nostro ambiente di vita.