Il voto del 26 maggio sembra si sia trasformato in una sorta di terzo turno delle presidenziali di due anni fa. E questa volta, secondo alcune rilevazioni, la candidata di Rn è in vantaggio rispetto all'avversario
Lei promette un “exploit storico”, un successo che non aveva visto alle presidenziali, quando lui l’aveva sconfitta al secondo turno. Ma Marine Le Pen è convinta che il vento sia cambiato. La leader del Rassemblement National – ex Front National – lancia un appello ai francesi affinché infliggano una “pesante sconfitta elettorale” a Emmanuel Macron. Perché la battaglia tra i due, in un duello al fotofinish, per la prima volta è sostenuta dai sondaggi, che intravedono il sorpasso della formazione sovranista sul partito europeista. Secondo l’ultima rilevazione realizzata da Ifop-Fiducial per Paris-Match, CNews e Sud Radio, il partito di Le Pen incasserebbe un risultato record, passando in testa con il 23,5% delle preferenze contro il 22,5% della lista Renaissance/La République En Marche. Lontanissimi dietro, al 14%, Les Républicains guidati da Francois-Xavier Bellamy, furiosi, come i partiti della sinistra, per l’eccessiva polarizzazione della campagna sui due favoriti. Come se il voto del 26 maggio fosse diventato una sorta di terzo turno della sfida Macron-Le Pen nelle presidenziali di due anni fa.
“Siamo alla vigilia di un exploit storico”, ha avvertito la leader dell’ex Front National galvanizzando le truppe in un’intervista al quotidiano Le Figaro. Quindi l’appello ad “infliggere una pesante sconfitta elettorale” al trionfatore del 2017, con la speranza di riuscire a formare un “super gruppo” a Strasburgo con “l’amico e alleato” Salvini e gli altri sovranisti attesi dopodomani a Milano. Accusando Macron di aver trasformato il voto in una sorta di referendum pro o contro di lui, Le Pen ritiene che dovrà lasciare l’Eliseo in caso di sconfitta. Ipotesi seccamente respinta dalla cerchia ristretta del presidente. Dopo aver messo la faccia in alcuni manifesti elettorali, il capo dello Stato continua comunque a schierarsi apertamente in favore di En Marche. Questa mattina, rispondendo ai cronisti a margine del Salone Vivatech di Parigi, è tornato a denunciare quei partiti, come il Rassemblement National, che intendono “ritornare alle frontiere nazionali, indebolendo e spaccando il progetto europeo”.
Ieri sera i capolista delle due formazioni, Nathalie Loiseau (Lrem) e Jordan Bardella (Rn), si sono affrontati in un primo duello su Bfm-Tv: un reciproco scambio di accuse in salsa pro o anti-Ue che comincia ad irritare gli altri partiti. Furiosa per l’eccessiva polarizzazione del dibattito tra i due principali contendenti, la repubblicana Valérie Pecresse insiste sulla necessità di una terza via. “Non siamo né Le Pen che pretende difendere la Francia indebolendo l’Europa, né Macron che pretende di difendere l’Europa indebolendo la Francia. Siamo al tempo stesso patrioti ed europei“. Stessa identica musica in casa socialista. Il segretario Olivier Faure denuncia un “falso duello” elettorale che alla fine fa di Macron il migliore alleato di Le Pen e viceversa. “Bisogna spezzare questo faccia a faccia tra liberali e nazionalisti. Il nuovo mondo di Macron è un’illusione al livello europeo, non esiste”, gli ha fatto eco Raphael Glucksmann, il saggista di sinistra candidatosi con Place Publique in sostegno al Partito socialista. “Profondamente irritato” anche l’esponente sovranista ex alleato di Le Pen, Nicolas Dupont-Aignan: “In questa campagna ci sono soltanto Macron e Le Pen, sta diventando ridicolo”, ha deplorato il fondatore di Debout la France.