L’articoletto qui sotto è stato scritto il 1° Maggio per una testata on line “vicina al Pd” (non dirò chi, perché si dice il peccato non il peccatore), insomma di quell’area. A me pareva innocuo, e un po’ scontato. Ma mi è stato censurato: insomma la sua pubblicazione è stata stoppata. In certi ambienti non si scherza con Gad Lerner, o con l’Euro! Perciò oggi lo ripropongo qui, non per i suoi meriti, ma per chiedere a Gad Lerner, e a voi, un equilibrato parere: i suoi contenuti sono “offensivi”, “irriguardosi”, o “accettabili”? La scelta di bloccare la pubblicazione è “sacrosanta”, “normale”, o “discutibile”? E come definire chi ritiene che i lettori dell’area politica Pd non debbano avere accesso ad articoli critici dell’euro? “Cauti”, “saggi”, “astuti”, “lungimiranti”, “bravi giornalisti”, “persone preoccupate per l’Italia”, “che alimentano un necessario dibattito nel Pd”, “giustamente stufe della volgarità che circola sul web”? O che altro? Questo è l’articolo in questione.
Titolo – “La schizofrenia di Gad Lerner”
Testo – Ieri [30 Aprile] il quotidiano “La Repubblica” era dominato da un grande articolo di Gad Lerner sul tema: Italia, Repubblica fondata sul lavoro… che non c’è! Bell’articolo, e molto opportuno. Perché oggi è la festa del lavoro. E il lavoro che non c’è (o è di cattiva qualità) è un problema tanto grande… come un elefante in una stanza! Problema per i giovani, immersi in una deprimente insicurezza; per il bilancio dello Stato indebitato (non sa più chi tassare); per quello delle città italiane in declino (Roma); per i servizi pubblici (come la Sanità: non sai più cosa tagliare); per i bilanci di famiglie meno fortunate e per chi dorme in macchina, non tanto bene.
Questa situazione è un problema anche per gli immigrati (che Gad meritoriamente difende contro l’intolleranza, ricordandoci che l’umanità è un bene prezioso da coltivare); eh sì, perché la fobia degli immigranti è alimentata dalla mancanza di lavoro. Tutt’altra storia sarebbe l’arrivo di migranti in una situazione di piena occupazione: con la difficoltà di trovare operai per i cantieri, badanti per gli anziani, infermieri per gli ospedali, ecc. Non è giusto, ma è politicamente saggio Trump quando dice: “It is a basic principle that those seeking to enter a country ought to be able to support themselves financially”.
I romani (antichi) lo capivano benissimo, se un portavoce dell’imperatore nel 298 d.C. si esprimeva così: “Schiere di barbari … siedono sotto i portici delle città… e tutti costoro vengono distribuiti al servizio degli abitanti, fino a quando non verranno condotti nelle zone spopolate da coltivare… Ora dunque …il Frisone ara per me… impegnato in un duro lavoro, e vende il bestiame nei miei mercati, ed è un coltivatore barbaro a pagare l’imposta. E se poi è convocato alla leva, accorre…”. E poi un altro portavoce: “Il Franco coltiva i campi abbandonati dei Treveri…”. E un terzo: “I barbari … con mogli e figli… e tutte le loro cose sodo stati trasferiti in luoghi spopolati per riportarli alla coltura col loro lavoro…”. Così la propaganda del regime imperiale giustificava i flussi di immigranti. Figuriamoci una democrazia.
Il lavoro non è oggi al centro delle preoccupazioni dei politici, o nei dibattiti televisivi. Dell’elefante non conviene parlare. Anche perché non hanno idea di come risolvere il problema. Bravo quindi Gad, che l’elefante non finge di non vederlo. E qui sta la schizofrenia. Perché Gad è anche un acceso sostenitore dell’euro. Per lui: Euro = EU = Pace = Democrazia contro i nazionalismi fascisti e razzisti… un’equazione così europeista… così internazionalista! Ma per riavere il lavoro perduto – è stato chiarito una volta per tutte 83 anni fa – servono politiche Keynesiane (vere). E l’euro, semplicemente, non le consente.